Si pente il boss agrigentino Quaranta: “Sono stanco, ho avuto troppe delusioni”
“Il nome di Fragapane è una specie di ‘passaporto libero’ dentro Cosa nostra, intendo dire che basta dire che vai a nome dei Fragapane e poi fare ciò che vuoi”. Così Giuseppe Quaranta sul GDS, che il 29 gennaio scorso ha iniziato a parlare con i pm dopo il suo arresto nell’operazione ‘Montagna’ che ha colpito le cosche agrigentine, parla del presunto capomafia Francesco Fragapane.
Quaranta, ritenuto capomafia di Favara ha deciso di parlare con i magistrati “per il bene della mia famiglia – ha detto – e mio personale, perché sono stanco, ho avuto tante delusioni. Sono deciso a 360 gradi e pronto a riferire quello che so e che ho sentito dire in giro e quello che ho fatto“.
Il boss ha raccontato di essersi occupato nel 2002-2003 della latitanza del capomafia agrigentino Maurizio Di Gati, trovando un casolare adatto a nasconderlo e portandogli il cibo. Quaranta – ha rivelato ai pm della Dda Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra – sarebbe stato ‘combinato’ dal padrino di Santa Elisabetta Francesco