Ripartire dagli errori per evitare altre tragedie
Cominciamo col dire le cose come stanno: quella che si è abbattuta ieri su Agrigento e dintorni era da classificare come allerta rossa, non gialla. Con le scuole chiuse e limitando gli spostamenti si sarebbero evitati molti rischi e, probabilmente, meno danni.
Non è stata una pioggia “normale”. È ormai chiaro che il cambiamento climatico ci consegna eventi meteorologici sempre più devastanti, con conseguenze gravi per persone e cose. E allora non si può più far finta di nulla: l’agenda delle amministrazioni, a partire dalla nostra, deve cambiare. E con essa l’ordine delle priorità.
Non è più tempo di inseguire sagre, feste di quartiere e passerelle culturali. La “Capitale della Cultura” si è rivelata un flop conclamato, con tanto di danni d’immagine. Oggi serve altro: strade sicure e manutenzione seria. Le cronache di questi giorni ci consegnano arterie impraticabili, insicure e, sotto la pioggia, vere e proprie trappole mortali. E non è nemmeno il tempo delle strumentalizzazioni o di cavalcare l’onda per fini elettorali: questa è una vicenda antica, che coinvolge tutti, frutto di decenni di incuria e scelte sbagliate.
Ieri Agrigento si è trasformata in un mosaico di strade allagate, ricoperte di fango e detriti. Acqua ovunque, e ciò che è ancora più grave è che il fango e i detriti riversati sulle carreggiate sono ancora lì. E non si tratta soltanto di strade di competenza comunale. Eppure gli avvertimenti c’erano stati: già nei giorni scorsi diverse zone erano finite sott’acqua, segnalando le falle di un sistema di smaltimento inesistente o comunque inefficiente. Un campanello d’allarme che è stato ignorato.
Poi c’è la commistione tra acque bianche e fognarie: ieri bastava guardare il mare per vedere chiazze nere sparse ovunque. E se quel nubifragio fosse durato mezz’ora in più, avremmo contato danni ancora più gravi.
Non è più tempo di rinvii: serve una riflessione vera e, soprattutto, serve un cambio di rotta. Basta con il maquillage. Viale Emporium, rifatto solo due anni fa, si allaga a ogni pioggia: segno che si è pensato solo al manto e ai marciapiedi, senza affrontare il nodo delle pendenze e del deflusso dell’acqua. I tombini li conosciamo uno a uno: saltano in aria regolarmente, ad ogni temporale.
E che dire dei cantieri? Nessuno controlla? Gli scavi per la rete idrica, gli interventi delle ditte esterne: ripristini fatti male, senza rispetto delle norme. Non è un caso che ieri si sia allagata anche via Mario Caruso Lanza, dove non era mai successo. Davvero vogliamo credere che non c’entri il cantiere che da settimane insiste in quella zona? Agrigento non può più permettersi l’improvvisazione. Serve serietà, controlli veri e manutenzione costante. Prima che la prossima pioggia trasformi ancora una volta la città in un fiume di fango.
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