La Procura di Palermo chiede pesanti condanne anche per i due imprenditori agrigentini nel contesto del processo scaturito dall’operazione “Giano Bifronte” su una presunta corruzione nell’assessorato all’Edilizia privata del Comune palermitano. Otto anni di reclusioni sono stati chiesti per l’imprenditore Giovanni Lupo, originario di San Giovanni Gemini, sette anni per l’imprenditore riberese Francesco La Corte. L’inchiesta svelò un presunto giro di tangenti nell’assessorato all’Edilizia privata del Comune di Palermo negli anni passati per ottenere appalti. Nove complessivamente gli imputati per oltre 60 anni di carcere richiesti dai pubblici ministeri.
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