“Prof che auguri la morte ai poliziotti come mio padre. Non sai cosa voglia dire vivere con la paura che accada davvero”
La lettera della figlia di un poliziotto scuote il web.
Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire”, questo è stato il grido di una professoressa contro la Polizia durante il corteo antifascista organizzato a Torino la scorsa settimana in opposizione all’iniziativa elettorale di Casapound. L’accaduto ha suscitato molti malpancismi, tra cui quello di Matteo Renzi. Il segretario PD, vedendo il video che immortalava l’insegnante nel pieno del suo sfogo durante la trasmissione Matrix, ha scelto di esprimersi con un secco “andrebbe licenziata subito”.
Insomma, un vero e proprio caso mediatico che imperversa anche sul web. Tra le varie prese di posizione, spicca la lettera indirizzata alla professoressa da una giovane agrigentina, figlia di un poliziotto.
Cara professoressa, ti parla la figlia di un appartenente alle forze dell’ordine. Tu che gli urli “dovete morire”, vedi ogni volta che mio padre si allaccia gli anfibi e si chiude il cinturone ho davvero paura che qualcuno lo faccia morire. Forse tu non sai cosa vuol dire. Tu non sai cosa vuol dire vivere di turni, vivere di imprevisti, di compleanni in cui nelle foto ci sono tutti: tranne lui.
Parole che contrastano con le accuse che la professoressa incriminata ha rivolto alle forze dell’ordine. “Ho augurato la morte ai poliziotti perché in questo momento stanno proteggendo il fascismo. Non è sbagliato perché io mi potrei trovare, fucile in mano, a lottare contro questi individui “, ha ribadito l’insegnante in un’intervista rilasciata proprio al programma tv Matrix.
Eppure la ragazza non ci sta, difendendo strenuamente e a spada tratta la categoria di suo padre.
Non sono dei mostri come li dipingete. Ma sono persone. Le stesse persone che chiamate a tutte le ore se avete bisogno di aiuto, e loro anche se voi gli augurate le morte vengono ad aiutarvi: perché hanno giurato di esserci, e quella divisa che tanto odiate rappresenta anche questo. C’è chi della propria divisa ne fa un abuso, come ovunque c’è la mela marcia e sono concorde nel punirlo adeguatamente secondo le leggi, ma non per questo bisogna augurare il male a tutti coloro che indossano una divisa. Perché io nonostante tutto non auguro del male a nessuno e mai lo farò, perché mi hanno insegnato il rispetto per la vita di tutti.