“Prigioniero di me stesso”: è lo spettacolo in programma al Teatro Pirandello di Agrigento il prossimo 2 aprile, alle 17:30, in occasione della Giornata Mondiale della consapevolezza sull’autismo. A sostenere lo spettacolo, l’Associazione VitAutismo, insieme al Lions Club Agrigento Host, promotore dell’’iniziativa , al Leo Club di Agrigento, Fondazione Teatro Luigi Pirandello, Asp di Agrigento, Associazione Luce Centro Antiviolenza TelefonoAiuto, Ande, Soroptimist, Panathlon e al Liceo Scientifico e delle Scienze Umane Politi di Agrigento.
“Lo spettacolo- ha commentato l’attore protagonista Salvatore Rancatore durante la conferenza stampa che si è tenuta nell’Aula Magna del Liceo Politi- rappresenta un luogo dell’anima, un veicolo attraverso il quale in molti potranno avere per la prima volta qualche notizia dall’intimo dei soggetti autistici, da un mondo dove la solitudine supera i confini della nostra immaginazione, una scatola dei sogni per tutte quelle persone che si sentono imprigionare nell’impossibilità di essere come realmente vorrebbero essere.”
Lo spettacolo, che sarà seguito da un dibattito sul tema, ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e invitare le istituzioni a promuovere l’inclusione delle persone nello spettro autistico in tutti gli aspetti della vita; di dimostrare, contro ogni pregiudizio, come ragazzi e adulti con difficoltà sociali come quelle dell’autismo, possano realizzare attività che dai più sono ritenute impossibili per loro.
“L’iniziativa – è stato detto durante la presentazione- rappresenta un modo per fermarsi e capire e guardare come e dove procedere. Un genitore e una persona con autismo in questa giornata dovrebbero avere nel cuore un senso di festa e sentire di scambiarsi gli auguri come in ogni anniversario ; invece, sembra farsi più prepotente la rabbia e l’impotenza e, mentre sfilano luci e magliette sgargianti di blu, sembrano spiccare con forza le pesanti differenze tra quello che da qualche parte si fa, quello che si potrebbe o dovrebbe fare e quello che si riesce invece a fare ogni giorno”.
“La relazione con i servizi sul territorio- commenta Angela Rancatore, vice presidente dell’AssociazioneVitAutismo e madre di Ruben, ragazzo autistico di 21anni- è per me un tema fondamentale, è importantissimo aprire finestre di dialogo con il territorio e riuscire a fare sistema con i servizi di riferimento. Il dialogo permette di costruire insieme, significa anche sperimentare, lavorare per approssimazioni successive e tarare il progetto sulle specificità della situazione. Sulla carta sembra tutto semplice. Nella realtà no. Ricevere una diagnosi di autismo è già di per sé difficile, ma il dopo non è più semplice. Diventare adulticon autismo è quasi impossibile: la parola “indipendenza” assume un significato differente per famiglie come la mia. Ed è proprio per questo che c’è tanto bisogno di fare rete, di sostegno e di ascolto. Gli adulti con autismo vivono nella terra di nessuno: non vanno più a scuola, non lavorano e sonoorfani di sanità. Ci troviamo di fronte ad un rapportobiologicamente scorretto in cui i genitori hanno l’età da nonnie avrebbero loro stessi bisogno di cure e alleggerimento di responsabilità, ma di fatto devono subire un caricoassistenziale troppo elevato.
Chiediamo un futuro che rispetti la dignità delle personecon autismo e delle loro famiglie; chiediamo l’applicazionedel programma Regionale Unitario per l’Autismo che prevedesoprattutto LA RETE INTEGRATA DEI SERVIZI. Il Piano unitario, continua la mamma, delinea le necessità per i ragazzi con autismo adolescenti ed adulti in cui è d’obbligo parlare di orientamento pre lavorativo ed implementare le abilità esecutive al fine di pervenire al progetto di autodeterminazione della persona con autismo.”
L’invito del Presidente della Fondazione Teatro Pirandello, Alessandro Patti che ha supportato l’evento attraverso la concessione del Teatro Pirandello, è stato quello di aprire le porte alla consapevolezza sottolineando che “noi dobbiamo essere i primi a sentirci sotto i riflettori e ad acquisire la consapevolezza attorno al disturbo autistico. L’occasione di parlare di autismo attraverso una forma d’arte come il teatro non è casuale poichè è risaputo come disegno, pittura, canto, musica siano espressioni e forme di comunicazione privilegiate nei soggetti autistici”. Cosa possiamo fare tutti? Passare parola, non chiudere la porta alla conoscenza, accendere una luce blu, una luce di speranza e di solidarietà.”
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