Ha colto tutti di sorpresa la notizia giunta ieri a tarda sera di lunedì, del trasferimento a Varese del prefetto di Agrigento Dario Caputo. Dobbiamo ammetterlo, non ce lo aspettavamo, soprattutto in un momento di grande emergenza come quello che stiamo vivendo. Naturalmente subito sono state tante le voci che si sono susseguite per commentare il fatto. C’è chi riteneva fosse una punizione per la gestione del territorio, chi invece una promozione, visto che viene mandato a Varese, in Lombardia, territorio dove maggiormente si sta vivendo il dramma dell’emergenza Covid e quindi capace di gestire un territorio così “caldo”.
A noi piace credere di più a questa seconda ipotesi.
Piace un poco meno la nomina del nuovo prefetto che è di prima nomina, come tanti predecessori, quasi come se Agrigento fosse considerata una provincia di seconda classe. E questo non lo possiamo accettare. Venire a fare esperienza qui può stare bene, ma portare anche qui delle esperienze fatte fuori può essere solo positivo.
Se la provincia di Agrigento non “eccelle”, la colpa non può certo essere solo dei suoi abitanti. Piuttosto è facile pensare che si tratti della considerazione che hanno gli agrigentini nelle alte sfere del potere, in questo caso il ministero dell’Interno, che ancora non perde l’occasione per dare una mano a questo territorio per migliorarsi.
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