I poliziotti del Commissariato Frontiera di Porto Empedocle, coordinati dal vicequestore aggiunto Cesare Castelli, hanno tratto in arresto Pietrino Falzone, 60 anni, pescatore del luogo, accusato di aver accoltellato a morte il figlio Marco, 24 anni, nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 2014. L’uomo si è difeso in aula dicendo di essere stato aggredito dal figlio e di essersi difeso.
Il pescatore empedoclino reo confesso dell’omicidio, ha sempre sostenuto che ha sferrato la coltellata contro il figlio quasi di istinto, per difendersi dall’aggressione. Il pomeriggio precedente la sera dell’accoltellamento mortale, Pietrino Falzone e la moglie hanno accompagnato in ospedale ad Agrigento un’anziana amica di famiglia, che spesso ha accudito Marco Falzone a casa sua, e che e’ morta recentemente. Innanzi al reparto di Radiologia, il figlio Marco avrebbe assaltato il padre con calci e pugni perche’ avrebbe ritenuto, come ha raccontato sua madre, che la colpa del malore dell’anziana amica di famiglia fosse del padre Pietro. In ospedale sono intervenuti i metronotte e hanno trattenuto il figlio Marco che poi, poche ore dopo, a Porto Empedocle, non ha desistito e ha scavalcato il balcone al primo piano dell’abitazione dei genitori intenzionato a picchiare il padre. Poi, le parole di Pietrino Falzone : “Volevo solo difendermi, temevo per la mia pelle. Mi aveva già messo le mani al collo, non volevo ucciderlo” .
Falzone è stato tradotto nel carcere di Contrada Petrusa dove dovrà scontare un residuo di pena di 5 anni, un mese e due giorni in esecuzione di un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte D’Appello di Palermo.