Agrigento, 3 settembre 2024 – Piazza San Giuseppe, oggi conosciuta come Piazza San Giuseppe, era un angolo di straordinaria bellezza e storicità nella Girgenti degli anni ’20, l’attuale Agrigento. La foto del 1926, recentemente ritrovata, rivela un capolavoro urbanistico che incarna l’essenza del fascino siciliano del tempo.
All’epoca, Piazza San Giuseppe era un luogo di incontro e di vita cittadina, caratterizzata da un belvedere che offriva una vista panoramica mozzafiato. I gradini che conducevano alla piazza rialzata e la ringhiera in ferro battuto, abbellita da pilastrini in muratura, erano elementi distintivi che conferivano alla piazza un aspetto elegante e accogliente. Questo angolo di Girgenti era rinomato per la sua armoniosa integrazione con il paesaggio urbano e naturale circostante.
Purtroppo, negli anni successivi, Piazza San Giuseppe ha subito pesanti trasformazioni che ne hanno compromesso la bellezza storica. La costruzione di un moderno “Tollo” – un termine usato per descrivere edifici di scarso valore estetico e spesso considerati invasivi – ha segnato l’inizio della devastazione dell’area. Questo intervento ha avuto un impatto negativo sull’armonia e sul carattere della piazza.
Successivamente, un progetto di restyling mirato a recuperare e modernizzare la piazza ha avuto risultati deludenti. Sebbene l’intento fosse quello di valorizzare l’area, le modifiche apportate hanno spesso suscitato critiche per la loro esecuzione poco riuscita. Le opere artistiche inserite nel progetto sono state oggetto di dibattito, con molte persone che le considerano di dubbia bellezza e inadeguate rispetto al contesto storico e architettonico originale.
Nel 2016, la piazza ha beneficiato di un importante intervento di ristrutturazione. L’illuminazione, dotata di strisce di LED e piccoli faretti, è stata progettata per esaltare la bellezza del luogo e restituirle parte del suo antico splendore. Anche le aree circostanti, come il vicolo San Giuseppe, hanno visto un miglioramento nell’illuminazione. Tuttavia, i “giochi” d’acqua previsti sono stati bloccati in attesa dell’allaccio del servizio elettrico da parte dell’Enel. Questo intervento, finanziato dal PO FESR Sicilia e privo di impatto sul bilancio comunale, ha avuto come obiettivo quello di restituire alla città una piazza più vivibile e accogliente. Purtroppo, la mancanza di manutenzione ha ridotto l’efficacia delle soluzioni artistiche, lasciando molte delle luci non funzionanti.
Nel contesto di questi cambiamenti, il compianto artista Franco Fasulo aveva sollevato delle preoccupazioni riguardo lo stato delle installazioni artistiche. In una lettera indirizzata al sindaco, Fasulo aveva chiesto chiarimenti sullo stato delle opere di riqualificazione delle piazze Lena e San Giuseppe, sottolineando il suo supporto iniziale per la candidatura del sindaco e il suo apprezzamento per il lavoro svolto fino a quel momento. Tra le sue domande principali, Fasulo chiedeva se le installazioni artistiche fossero state completate, se l’artista avesse ricevuto il pagamento concordato e se fosse stato effettuato il collaudo tecnico.
La lettera di Fasulo rimane un’importante testimonianza della necessità di un continuo monitoraggio e cura delle opere pubbliche, affinché le iniziative di riqualificazione non diventino motivo di frustrazione ma possano realmente contribuire al miglioramento del nostro patrimonio urbano.
La storia di Piazza San Giuseppe ci invita a riflettere su come possiamo bilanciare la modernizzazione con il rispetto per il nostro passato, cercando sempre di preservare e valorizzare la bellezza che ci definisce. Solo con un impegno costante e una visione condivisa possiamo restituire alla città il suo antico splendore e prepararla per un futuro luminoso.
La foto di Piazza San Giuseppe del 1924, scattata da Carlo Coretti, un fotografo triestino, è stata recentemente riscoperta da Peppe Pitrone, agrigentino e studioso di Agrigento antica. Dopo approfondite ricerche, Pitrone ha condiviso questa preziosa immagine sul suo profilo Facebook, offrendo uno sguardo affascinante sulla bellezza perduta di Girgenti.
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