Se camminare fa bene al pensiero (chi non ha ancora letto “Le passeggiate del sognatore solitario” di Jean Jacques Rousseau?) eccovi un facile itinerario a piedi, sconosciuto ai più, ad appena pochi chilometri dalla città dei templi.
La nostra meta è la “Valle della Luna” con il suo laghetto, la pinetina e la dolce e silenziosa campagna circostante.
Per arrivare “alla Luna” occorre “scendere” lungo la strada di “Fondacazzo”, attraversare quello che un tempo era considerato un “malo passu” sempre presidiato dai briganti, ossia il ponticello sul fiume Drago, e dopo “Piano Gatta” imboccare la “provinciale” per Cattolica.
A sinistra, in alto sulla collina, ecco spuntare la macchia del “Bosco delle Due Ganee” più conosciuto come il bosco di eucalipti e pini, della Forestale. L’ingresso principale è sull’altro versante, quello di Monserrato, ma volendo si può risalire a piedi la collina ed entrare dalla parte bassa. Sulla sommità, tra la fitta vegetazione, troverete una curiosa e antica scala ricavata dalla roccia: quasi l’accesso ad un tempio pagano. Molto probabilmente, almeno secondo lo storico Massa, autore de “La Sicilia in prospettiva”, la sommità di questo monte era dedicata a Vulcano, divinità cui nell’antichità venivano anche sacrificati animali. Nelle vicinanze scorga una sorgente di acqua sulfurea che ricompare poi più a valle, nei pressi della strada provinciale. E proprio camminando lungo quest’ultima, con alle spalle la città, ad un certo punto si scorgerà sempre sulla sinistra il piccolo specchio d’acqua del laghetto.
Ecco il luogo sognato da tanti amanti della tranquillità; una vera oasi per gli uccelli di passo, aironi e gallinelle d’acqua e dove attorno cresce spontanea la tipica vegetazione mediterranea.
Intorno, la campagna, ricca di cisto, timo, sentaredda, lentisco e molte altre piante ancora, è immersa nel silenzio. Da quel punto del lago si può godere di una visuale insolita della città, con la scalinata della cattedrale di San Gerlando e il campanile quasi a portata di mano.
LORENZO ROSSO