Il giudice monocratico del tribunale di Sciacca Rosario Di Gioia ha condannato ad 8 mesi di reclusione Michelangelo Catalano, riberese di 46 anni.
L’uomo, insieme al figlio, Padre e figlio, lo scorso 5 agosto era finito agli arresti domiciliari per droga. Nell’udienza di convalida, il figlio si era assunto la responsabilità dello stupefacente, a fini personali, ed il giudice li ha rimessi in libertà con obbligo di firma. Poi la misura è stata revocata. A distanza di un anno, dopo il patteggiamento del figlio, è arrivata la condanna per il padre.
I carabinieri, durante una perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto pochi grammi di hashish e all’interno del cortile, quattro piante di marijuana. Il giovane avrebbe dichiarato, nell’udienza di convalida, che lo stupefacente era per uso suo personale e il padre ha confermato questa tesi.
Il difensore di Michelangelo Catalano, l’avvocato Francesco Di Giovanna, ha sostenuto la tesi che il padre non fosse a conoscenza della presenza dello stupefacente nella casa e che la responsabilità era del figlio, che aveva già patteggiato. La difesa ha annunciato appello. A riportare la notizia, il Giornale di Sicilia.