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Home » Chiesa » Osservazioni su Favara…in periodo di Quarantore

Osservazioni su Favara…in periodo di Quarantore

Redazione Di Diego Acquisto
18 Febbraio 2020
in Chiesa, Favara, L’angolo di don Diego
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Una città che non da ora, ma soprattutto al momento, registra situazioni contraddittorie, magari – come viene da osservare – da parte di frange minoritarie che si accaparrano, magari monopolizzandole,  le pagine di cronaca quotidiana, mentre masse silenziose di gente porta il peso di tutto, gemendo, pregando e soffrendo, con i propri familiari forzatamente lontani per motivi di lavoro.

Fuori da ogni equivoco mi riferisco alle migliaia di persone che in queste settimane affollano per le Quarantore  le nostre Chiese, in silenzio, nella preghiera, chiedendo la conversione delle menti e dei cuori per il bene spirituale e materiale, della propria persona, della  propria famiglia, di questa tormentata città che è Favara.

Dove, però  –  da parte di una ristretta fascia che pare decisamente refrattaria, anche perché sicuramente ha meno frequenza e dimestichezza (e non solo forse dal punto di vista di presenza fisica !) con gli eventi di spiritualità ed  ecclesiali –  abbondano le prevaricazioni, le promesse illusorie e quindi le polemiche, per la soluzione delle quali ultime, magari basterebbe anche solo un po’ di vero coraggio a sapere fare subito marcia indietro per evitare altri disastri.

Tranne che anche questo, come malevolmente si può essere costretti a pensare, tutto non sia finalizzato a distrarre l’attenzione dai veri problemi di cui non si ha voglia di parlare! e tanto meno di giocarsi le proprie capacità nel ruolo he si occupa.

Mentre comunque “Con grande orgoglio” si comunica che: “Il bilancio stabilmente riequilibrato è stato approvato”.

Senz’altro questa una buona notizia da tempo attesa eper questo, al limte,  giustificato anche “l’orgoglio“,  che però   contestualmente fa restare col fiato sospeso per sapere su chi soprattutto peseranno i sacrifici di cui si fa solo cenno, ricordando che  già da un decennio si parla  della necessità di fare  “pagare tutti per pagare meno”.

Uno slogan questo utilizzato per avere consenso in una dalle ultime campagne elettorali-amministrative,  ma su cui pare che si sia  fatto poco, se non proprio nulla!

Con la conclusione poi  del dissesto … in aggiunta al quale  ancora c’è chi parla di un nuovo dissesto relativo a questi ultimi due anni…

Ed i sacrifici adesso su chi peseranno ?…. sulla solita ristretta fascia di contribuenti…già stremata ? ….. Già da tempo si parla di una notevole, anzi notevolissima  fascia di evasione in questa Favara e per questo lo slogan che abbiamo riferito !

Anche questa, un’amara e forse anche inopportuna,  inusuale e pungente osservazione che viene  subito alla mente leggendo la conclusione di una documentata e  dettagliata lettera aperta a chi ha la massima responsabilità di guida della città da parte di un nome  da tempo abbastanza noto a Favara come lo storico Filippo Sciara che a  scanso di equivoci, conclude le sue osservazioni  tenendo a precisare con il plurale maiestatico che “da molti anni facciamo parte dell’Officina di Studi Medievali di Palermo, che è una delle società storiche più accreditate d’Italia e del Direttivo della Società Nissena di Storia Patria che, tra quelle presenti oggi in Sicilia, rappresenta una delle più attive”.

E ciò,  solo per chiedere senza possibilità alcuna di fraintendimento che, dopo le macroscopiche sviste  anche di carattere puramente  storico e temporale sul tema  della toponomastica, “Alla luce di quanto sopraesposto invitiamo la sindaca di Favara, Anna Alba, a ritirare la delibera n. 16 del 6 febbraio, c. m., perché frutto di mediocrità culturale, offensiva per tutta la comunità”.

Si resta col fiato sospeso con l’auspicio che prevalga la saggezza, unitamente a quel coraggio di sapere riprendere, puntando unicamente al bene comune,   il bandolo di una situazione ingarbugliata come non mai,  con forze ed energie che in città  non mancano e con uno sforzo eccezionale di responsabilità.

Pensando (perché no ?)  al detto di Qualcuno che “la verità rende liberi”.

 

 

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