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Home » Canicattì » Omicidio giudice Livatino: ergastolano chiede differimento o sospensione pena

Omicidio giudice Livatino: ergastolano chiede differimento o sospensione pena

13 Maggio 2020
in Canicattì, Cronaca, dalla provincia, evidenza, Mafia
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L’avvocato Angela Porcello, ha inoltrato nell’interesse del canicattinese Salvatore Parla, 72 anni, al Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia, competente per territorio, istanza di differimento o sospensione dell’esecuzione della pena.
Lo stesso, infatti, che è detenuto presso la Casa Circondariale di Parma, ininterrottamente dal 10 gennaio del 1995, sta espiando la pena definitiva dell’ergastolo, irrogatagli dalla Corte di Assise di Caltanissetta, per essere stato condannato, quale mandante dell’omicidio del giudice Rosario Livatino.
Parla si trova in condizioni di grave infermità fisica e psichica, tali, invero, da esigere un trattamento, che non si può attuare nello stato di detenzione carceraria, anzi da necessitare di cure e trattamenti indispensabili non praticabili in tale stato, tanto da fare palesemente apparire l’espiazione della pena in contrasto con il senso di umanità, in violazione dei principi costituzionali.

Per tali ragioni, pur riconoscendo, la gravità del reato contestatogli , nel contesto anche delle polemiche sorte in casi simili nello scenario italiano, ma a fronte delle gravissime condizioni di salute in cui versa il suo assistito, l’avvocato Porcello ha chiesto, in via provvisoria, stante l’urgenza del caso al Magistrato di Sorveglianza, per poi essere trattata dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna, il differimento o la sospensione dell’esecuzione della pena a cui il Parla è sottoposto, con applicabilità della detenzione domiciliare, trattandosi di pena eseguita nei confronti di soggetto affetto da grave infermità psichica e fisica, atteso il pregiudizio e i danni irreversibili che la protrazione può cagionargli, previa acquisizione del quadro clinico carcerario e relazione sanitaria del medico della struttura.

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