“Alla fine di questa lunga giornata in cui tutti abbiamo potuto festeggiare con le nostre famiglie, un ricordo lo dobbiamo alla memoria di una nostra giovane concittadina andata via troppo presto, uccisa da chi diceva di provare per lei un amore che amore non era. Noi non l’abbiamo dimenticata, nè abbiamo dimenticato la sua famiglia, cui va la vicinanza della comunità favarese”. Così il sindaco di Favara Antonio Palumbo nel quarto anniversario dell’omicidio di Lorena Quaranta, l’infermiera di Favara uccisa nel marzo del 2020 dall’ex fidanzato nell’abitazione che condividevano a Furci Siculo in provincia di Messina.
Lo scorso anno i giudici della Corte di Appello hanno inflitto il carcere a vita al giovane di origini calabresi Antonio De Pace, reo confesso dell’omicidio. Il movente non è mai stato del tutto chiarito. L’infermiere calabrese era stato dichiarato capace di intendere e di volere, quindi imputabile, al termine della perizia effettuata per conto della Procura dal professore Stefano Ferracuti che aveva riscontrato l’assenza di “disturbi psichiatrici” nel ragazzo, all’epoca dei fatti vittima di una “importante condizione ansiosa”.
De Pace ha sostenuto, almeno nelle prime fasi delle indagini, di avere ucciso la fidanzata perché convinto di aver contratto il Covid-19 a causa sua.