Dopo aver scalato il Cervino, l’agrigentina cresciuta in riva al mare ha realizzato un altro sogno. Raggiunte le vette Lyskamm.
L’agrigentina Carla Dulcetta sempre più su. Dopo aver raggiunto la vetta del Cervino, l’impiegata ha lasciato ancora la scrivania, per spingersi fino a quota 4527. Niente male per una donna cresciuta sulle rive di San Leone ma che da qualche anno vive a Parma per questioni di lavoro.
“Lo scorso anno ci siamo salutati con un progetto futuro, la traversata dei Lyskamm, oggi torno a casa proprio dopo averla effettuata”. Racconta. “Se la salita al Cervino è stata una via di cuore – aggiunge Carla – questa è stata una via decisamente di testa. Perché ciascuno di noi ha dei demoni ed è sano ammettere che esistano, affrontarli al momento giusto ed uscirne vincitori. Per me i miei demoni alpinistici erano loro, il Lyskamm occidentale e quello orientale, due bestioni di oltre 4000 metri uniti tra loro da una cresta di neve affilata, a fil di cielo: la traversata più spettacolare delle Alpi!
Il Lyskamm, oppure Liskamm, è una montagna nelle Alpi Pennine che fa parte della catena montuosa del Monte Rosa lungo la frontiera italo-svizzera tra la Valle d’Aosta ed il Vallese, tra le località di Gressoney-La-Trinité e Zermatt.
“Tre anni fa ero sul ghiacciaio – spiega ancora l’agrigentina – del Lys diretta a Punta Gnifetti, sempre sul monte rosa e li vidi. Quelle pareti verticali e quei puntini che camminavano come sospesi tra la neve ed il cielo con vuoti di centinaia di metri a destra e a sinistra mi spaventarono molto e mi fecero dire: un giorno la farò anche io, e così è stato. Anche questa salita è frutto di un allenamento, tuttavia qui pesava un altro fattore: la testa“.
Naturalmente, le ansie, le paure, le difficoltà non sono mancate.
“Fino alla partenza di ieri mattina all’alba ho avuto paura – ammette – il cuore a mille e persino un vago senso di nausea, ma anche la grinta tirata fuori nel passaggio più difficile, su una parete a 45º risalita in mezzo a raffiche di vento gelido. Poi lassù, all’inizio della traversata tutto è stato silenzio e meraviglia per lo spettacolo che mi si apriva davanti: tutto il massiccio del Monte Rosa, alla mia sinistra le vette svizzere, dietro di me il Cervino (quasi come un occhio vigile) a destra il monte Bianco, il Gran Paradiso è lontano laggiù il Monviso. E così non ho fatto altro che avanzare, passo dopo passo, soffio dopo soffio, senza inciampare mai, senza esitazione: sembrava di camminare nell’aria. È stata una giornata bellissima, grazie anche alla mia guida che mi ha permesso di andare oltre la mia comfort zone, di alzare di una tacca l’asticella, di mettermi alla prova (in sicurezza). Una frase mi ha accompagnato:” ci sono gli attori e ci sono i funamboli che camminano in equilibrio sul crinale della vita”.
Ovviamente, Carla Dulcetta, non si ferma qui. Adesso vacanze al mare, con in serbo un altro obiettivo. Il prossimo anno sogna di scalare la cima più alta del Monte Rosa: Punta Dufour.
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