Per anni il personale del Nucleo traduzioni e piantonamenti della Casa circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento – tra cui anche il neo comandante della Casa circondariale di Sciacca, Nino Di Noto – ha svolto attività a stretto contatto con i detenuti, percependo la relativa indennità prevista per questo tipo di mansioni. Una voce retributiva che da diversi anni era diventata parte stabile dello stipendio di molti agenti. Adesso il Cga per la Regione siciliana ha respinto l’appello del ministero della Giustizia, confermando la decisione del Tar che aveva annullato i provvedimenti di recupero delle indennità percepite dal personale della polizia penitenziaria.
Quelle somme, erogate regolarmente tra il 2016 e il 2020, erano diventate parte stabile della retribuzione. Il ministero aveva poi ritenuto che le indennità non fossero dovute, disponendo non solo la sospensione dei pagamenti ma anche il recupero delle somme già corrisposte. Una decisione che aveva suscitato forte preoccupazione tra gli agenti, chiamati a restituire importi maturati in anni di servizio. Assistiti dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, i dipendenti avevano impugnato i provvedimenti, sostenendo di aver percepito le indennità in buona fede e sulla base di atti pienamente validi.
Il Tar aveva accolto il ricorso, riconoscendo la tutela del legittimo affidamento dei lavoratori. Ora il Cga, dichiarando inammissibile l’appello del ministero, ha reso definitiva la decisione. Nessun recupero, dunque, per gli agenti della polizia penitenziaria, che vedono confermata la legittimità delle somme percepite.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
