Dei 1.741 milioni di euro che le famiglie siciliane spenderanno a Natale, ben 1.159 saranno destinati ai prodotti alimentari, bevande, e soprattutto panettoni, spumanti, dolciumi. I due terzi della spesa complessiva. Un terzo sono destinati ai regali: giocattoli, profumi, vestiti e prodotti casalinghi. In provincia di Agrigento verranno spesi 125 milioni. Al primo posto Palermo dove verranno spesi 428 milioni, con Catania che segue a stretto giro il capoluogo, mentre Enna è in fondo alla classifica delle spese natalizie con meno di 60 milioni totali. Le festività incidono nei conti dei siciliani con un aumento di poco superiore al 25 per cento degli acquisti al dettaglio rispetto alla media annuale.
Emerge dallo studio di fine anno di Confartigianato Sicilia, che disegna il quadro delle imprese artigiane attive nei settori di offerta di prodotti e servizi tipici del Natale. Sono più di 20.000, due quinti di tutte le imprese artigiane presenti sull’Isola. Al primo posto le imprese alimentari. Bar, panetterie, rosticcerie, friggitorie, pizzerie a taglio, laboratori di dolci e di biscotti, salumifici, birrerie, pub, enoteche, banchi del mercato: sono 7.732 imprese di food e beverage sparse per l’Isola e quasi 25.000 gli addetti ai lavori.
L’Isola vanta ben 36 prodotti agroalimentari (20 Dop e 16 Igp), quasi l’11 per cento dei 315 totali in Italia. Le ultime rispetto al 2020 sono il pistacchio di Raffadali e la pesca di Delia che valgono alla Sicilia la medaglia d’argento nella classifica nazionale dopo l’Emilia-Romagna. Notizie positive anche dall’export che chiude il 2021 con un +22,4 per cento che, se confrontato al 4,8 per cento del 2020, è un vero boom durante la pandemia. Al primo posto tra le province siciliane per esportazioni nel food è Ragusa, con un exploit formidabile: 61 per cento in più di export rispetto al 2020 e +81 per cento rispetto al 2019, con i formaggi Dop che trainano l’exploit. La sorpresa è Caltanissetta, che quasi raddoppia l’esportazione di prodotti alimentari rispetto al 2019. Bene anche Palermo, con il 20 per cento in più di export alimentare.
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