L’agrigentino Angelino Alfano è il nuovo ministro degli Esteri del governo di Paolo Gentiloni. Nato ad Agrigento il 31 ottobre 1970, è coniugato e ha due figli. Arriva alla Farnesina dal Viminale, dove il 22 febbraio 2014 è stato nominato ministro dell’Interno dell’esecutivo di Matteo Renzi.
Laureato all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è avvocato e giornalista pubblicista. A 25 anni è stato eletto deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, risultandone il più giovane componente. Ha presieduto il gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars dal 1998 al 2001, anno in cui è stato eletto deputato al Parlamento Italiano nella circoscrizione Sicilia occidentale, nella lista di Forza Italia.
Nel febbraio del 2005 è stato nominato coordinatore regionale di Forza Italia per la Regione Sicilia, incarico dal quale si è dimesso il 7 maggio 2008, a seguito della nomina a ministro della Giustizia nel governo Berlusconi IV. È stato il più giovane Guardasigilli nella storia della Repubblica italiana.
Eletto segretario politico del Popolo della Libertà il 1° luglio 2011, ha lasciato l’incarico di ministro della Giustizia il 27 luglio 2011 per dedicarsi al partito. Il 27 febbraio 2013 è stato rieletto deputato per il Popolo della Libertà. Dal 28 aprile 2013 ha ricoperto l’incarico di ministro dell’Interno e vice presidente del Consiglio dei ministri nel governo Letta fino al 21 febbraio 2014. Matteo Renzi lo ha poi confermato alla guida del Viminale.
Designato a capo della diplomazia italiana, ora Angelino Alfano dovrà guidare la politica estera italiana in un momento internazionale molto difficile, con equilibri regionali messi in gioco da guerre civili, crisi umanitarie e nuovi assetti e alleanze geopolitiche. Tra i principali dossier di cui dovrà occuparsi, le crisi in Siria e Libia, il contrasto al terrorismo internazionale, il dossier immigrazione e la politica d’accoglienza dei rifugiati in Europa, le relazioni con la nuova amministrazione americana di Donald Trump, i rapporti con la Russia di Vladimir Putin e la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, il caso Regeni e le tensioni diplomatiche in corso con l’Egitto del generale al Sisi.
Numerosi,gli appuntamenti, scrive l’Aska, in agenda: nel mese di marzo, il nostro Paese ospiterà la cerimonia per il 60enario della Firma dei Trattati di Roma, mentre a giugno presiederà a Taormina la riunione dei G7. Nel 2017, invece, l’Italia sarà membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu: nel 2018, infine, assumerà la presidenza dell’Osce.
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