Muore dopo essere stato contagiato dal Covid sul posto di lavoro: i familiari ottengono la pensione di reversibilità
E’ stato contagiato dal Covid da un collega sul luogo di lavoro e nel giro di un mese, tra interventi e spostamenti nei vari ospedali della provincia, è morto. I familiari di un impiegato postale in servizio a Favara hanno avanzato richiesta all’Inail di Agrigento per il riconoscimento del nesso tra il contagio da Covid19 e l’attività lavorativa svolta dal dipendente. Circostanza, questa, necessaria ai fini del pagamento della pensione di reversibilità che spetta a chi è deceduto sul posto di lavoro. In un primo momento l’Inail aveva rigettato la domanda, poi l’ha accolta.
La vicenda risale al 2021. L’uomo ha contratto il virus nel mese di agosto mentre era al posto di lavoro. In meno di un mese le sue condizioni si sono aggravate e, dopo vari ricoveri negli ospedali di Agrigento e Ribera, il suo cuore ha smesso di battere. I familiari hanno così deciso di chiedere all’Inail non soltanto la pensione di reversibilità ma anche il riconoscimento del nesso tra la morte del parente e il contagio da Covid sul lavoro oltre al pagamento dell’assegno funerario e l’accesso al fondo delle vittime del coronavirus.
Richiesta che in prima battuta era stata rigettata. Gli eredi si sono dunque rivolti all’avvocato Domenico Schembri che, dopo aver studiato la documentazione, ha presentato appello dinanzi al giudice del lavoro del tribunale di Agrigento. Ed è proprio durante lo svolgimento della causa che Inail, alla luce delle risultanze, ha deciso di riaprire sia la fase medica che quella amministrativa riconoscendo con apposito provvedimento il diritto degli eredi al pagamento della pensione di reversibilità.
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