BIVONA. Il Movimento Cinque stelle non ci sta. Il servizio di tutela personale revocato ad Ignazio Cutrò ed alla sua famiglia ha provocato la reazione di parlamentari nazionali, regionali e sindaci del movimento pentastellato. Tanto da scrivere una lettera al Prefetto di Agrigento, Dario Caputo per chiedere di intervenire presso il ministero dell’Interno e rivedere la decisione.
“La Legione Carabinieri Sicilia ha informato Ignazio Cutrò – si legge nella lettera – che l’Ufficio Centrale Interforza per la Sicurezza Personale del Ministero dell’Interno ha disposto la rimodulazione del dispositivo di protezione di cui lo stesso era destinatario dal 3° al 4° livello di rischio, ovvero da “tutela su auto specializzata” a “tutela su auto non protetta”. Rimodulazione del dispositivo di protezione che ha interessato anche la moglie e i figli dell’imprenditore: da un livello di rischio 4°, “tutela su auto non protetta”, si è passati a quello di “vigilanza generico radio-collegata”. I mutamenti riguardanti i dispositivi di protezione sono stati comunicati alla famiglia Cutrò con la seguente motivazione: “comportamenti irrituali e ripetute violazioni dell’accordo di protezione che evidenziano un affievolimento della percezione di pericolo”. Quali siano state le ripetute violazioni che hanno legittimato questa decisione non sono del tutto chiare. Una decisione che suscita forti perplessità ed ha suscitato non poche critiche in considerazione di quanto accaduto il 22 gennaio 2018, ovvero soltanto pochi mesi fa, quando i carabinieri del comando provinciale di Agrigento hanno eseguito sul territorio agrigentino 57 ordinanze di custodia cautelare, di cui 3 nei confronti di persone residenti nel comune della famiglia Cutrò, firmate dal Gip Filippo Serio del Tribunale di Palermo, richieste dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo denominata montagna.
Le accuse contestate sono, a vario titolo, associazione mafiosa, traffico di droga, truffa, estorsione e un’ipotesi di voto di scambio che ha coinvolto esponenti dell’ambiente imprenditoriale e politico. Tale operazione, disarticolando i mandamenti di Santa Elisabetta e sedici famiglie mafiose della provincia, ha sicuramente inferto un duro colpo alla “mafia agrigentina”, ma nello stesso tempo mostra quanto organizzati e pericolosi siano i clan operanti su quel territorio. Pericolosità che interessa indubbiamente anche la famiglia Cutrò, specie se dalle intercettazioni degli indagati, vengono fuori frasi inquietanti come queste: “basta aspettare, aspettare che lo Stato si stanchi, che le Istituzioni non si occupino più di lui, della sua tutela”. Queste frasi fanno ben comprendere quanto scomoda sia per la mafia la presenza di un imprenditore coraggioso, o “forse semplicemente” ligio alle Istituzioni e alle sue regole, e molto attivo a contrastare la criminalità organizzata, tanto da ipotizzare un terribile scenario qualora lo Stato decidesse di non tenere alta l’asticella della protezione.
Eppure mentre gli organi di stampa pubblicano le intercettazioni e descrivono l’operazione antimafia denominata “montagna” come la più importante dell’agrigentino, gli organi di polizia, le autorità amministrative e giudiziarie esprimono pareri negativi sulla concessione della proroga della scorta motivate dall’asserita essenza di attività criminali sul territorio. Credendo fermamente nelle Istituzioni e nell’importante ruolo che esse hanno in una tematica fondamentale qual è la “legalità”, auspico un suo tempestivo intervento sulla vicenda, per quanto di sua competenza.
Queste le firme
I Senatori della Repubblica Italiana: Mario Gianrusso Cristiano Anastasi Steni Di Piazza Pino Pisani Loredana Russo Barbara Floridia Grazia D’Angelo Francesco Mollame Rino Marinello Tiziana Drago Fabrizio Trentacoste Antonella Campagna.
I Parlamentari della Camera dei Deputati: Piera Aiello Filippo Perconti Michele Sodano Rosalba Cimino Azzurra Cancelleri Eugenio Saitta Antonio Lombardo Gianluca Rizzo Davide Aiello Paolo Ficara Filippo Scerra Vita Martinciglio Vittoria Casa Roberta Alaimo Angela Raffa Dedalo Pignatone Giorgio Trizzino Antonella Papiro Luciano Cantone Santi Cappellani Valentina D’Orso Laura Paxia Andrea Giarrizzo Simona Suriano Giuseppe Chiazzese Marialucia Lorefice.
I Parlamentari Siciliani: Giancarlo Cancellieri Matteo Mangiacavalllo Giovanni Di Caro Valentina Zafarana José Marano Sergio Tancredi Valentina Palmeri Salvatore Siragusa Luigi Sunseri Roberta Schillaci Elena Pagana Stefania Campo Giorgio Pasqua Antonio De Luca.
I Sindaci: Ida Carmina e Anna Alba