Proseguono le indagini sulla morte del 26enne agrigentino Giuseppe Di Stefano, deceduto sul colpo a seguito di un incidente stradale lungo la Strada Statale 640, fra il bivio per Maddalusa e l’innesto con la strada che conduce alla galleria di Porto Empedocle al Km 3+300, il 22 Agosto alle 19.40 circa.

Non è ancora chiara la dinamica: qualcuno gli ha tagliato la strada, si è sentito male oppure ha finito la sua corsa a causa di una buca? Questi ed altri gli interrogativi della Polizia Stradale, giunta sul posto per i rilievi, ma soprattutto dei familiari e degli amici della vittima. Non si danno pace, non vogliono che il caso finisca tra gli archivi, come altri, senza conoscere prima il vero motivo che ha stroncato la vita al giovane Giuseppe. Di certo c’è che è morto sul colpo come appurato dai sanitari del 118 intervenuti su segnalazione insieme anche ai vigili del fuoco.
Giuseppe era in sella alla sua motocicletta, una Yamaha 250 Jbr. A quanto pare sapeva bene come guidare il mezzo, seguiva il padre nella sua passione per le due ruote e non aveva mai avuto incidenti. Sapeva pure come cadere, forse per via del Karate che praticava da 14 anni. Insomma, non si spiega il motivo ben preciso. Quel tratto a quell’ora è trafficato, non c’era nebbia e neppure buio. E’ apparso particolare soprattutto al padre, Alfio Di Stefano che ha effettuato dei sopralluoghi, il fatto che alcuni elementi della moto siano stati rinvenuti in modo strano, non c’è presenza di frenata sull’asfalto ed il casco gli sia stato tolto da qualcuno ed è stato trovato poggiato. Un “qualcuno” che al momento non ha ne’ volto ne’ nome.
Ed è proprio per diversi elementi che il Signor Di Stefano rivolge un appello a chi ha visto, perchè secondo lui ci deve essere soprattutto a quell’ora e in una strada sempre trafficata. In una dichiarazione rilasciata ad un sito web, il padre di Giuseppe oltre a spiegare i contorni della tragedia, chiede di sapere, di avere un aiuto per fare luce sulla vicenda, anche in anonimato.
In ultimo, proprio due automobilisti si sono recati dalla polizia stradale per raccontare ciò che hanno visto. Purtroppo però le loro dichiarazioni non sono state utili alle indagini, non sono stati forniti nuovi elementi. Rimane però sempre alto l’appello di polizia, famiglia, amici e persino del sindaco Firetto per conoscere di più. Dunque chi sa, o ha visto coi propri occhi, parli con chiunque e non tenga per sè ciò che potrebbe dare pace a chi al momento è distrutto dal dolore.
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