Il procuratore capo Luigi Patronaggio, e il pubblico ministero, Chiara Bisso, titolare del fascicolo d’inchiesta, hanno disposto la riesumazione della salma, per procedere all’autopsia, del ventenne migrante eritreo Sied Anwar, investito e ucciso da un Suv, nella notte fra il 3 e il 4 settembre, dopo essere fuggito dal centro di accoglienza “Villa Sikania” a Siculiana.
E’ stato l’avvocato Leonardo Marino, legale difensore dello zio della vittima che, nel procedimento, a sollecitare le nuove indagini, perché c’è il sospetto che il migrante possa essere stato picchiato. Al momento l’unico indagato, per l’ipotesi di reato di omicidio stradale e fuga del conducente, è l’automobilista trentaquattrenne di Porto Empedocle, residente a Realmonte. La Procura gli contesta di non avere tenuto una condotta di guida prudente con particolare riferimento alla velocità.
Nel sinistro restarono feriti tre agenti della polizia di Stato, anche loro travolti dal mezzo, e parte offese nel procedimento.
E in relazione al caso della morte del giovane eritreo e sulla ulteriore attività di indagine che sarà espletata dalla Procura della Repubblica per la prosecuzione delle indagini, gli avvocati Davide Ciccarello e Graziella Vella, difensori di fiducia dei tre agenti di polizia rimasti coinvolti nel sinistro stradale, precisano quanto segue:
“Gli agenti che assistiamo sono tre servitori dello Stato, che non hanno mai compiuto atti contrari ai loro doveri d’ufficio, che non sono mai stati raggiunti dal benché minimo sospetto in ordine alla lealtà, alla correttezza e alla professionalità mostrata nel corso della loro carriera. Stupisce la notizia secondo cui l’accertamento autoptico, disposto dalla Procura della Repubblica sulla salma del giovane eritreo, sia finalizzato ad accertare se la polizia abbia esercitato un uso eccessivo della forza. Si precisa che nessun atto formale da cui si evinca tale ipotesi di indagine è stato notificato ai sottoscritti difensori, ed agli stessi agenti, persone offese. I nostri assistiti, infine, sostengono con forza di aver agito nel pieno rispetto delle norme con diligenza, correttezza e professionalità nell’espletamento delle loro funzioni e confidano, pertanto, nell’operato della magistratura nei cui confronti nutrono la massina fiducia“.
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