I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, hanno ammesso la costituzione di parte civile dei genitori della sedicenne agrigentina che si è tolta la vita dopo essere stata costretta a fare sesso di gruppo e ripresa con i cellulari. La coppia sarà rappresentati dall’avvocato Santino Nora Campo. Sul banco degli imputati un 26enne e un 27enne entrambi di Agrigento accusati di violenza sessuale di gruppo e produzione di materiale pedopornografico. I giudici, dopo avere ammesso la costituzione dei genitori, hanno ammesso i mezzi di prova dei pubblici ministeri, della parte civile e dei difensori degli imputati, gli avvocati Daniela Posante e Antonio Provenzani.
Altri due giovani, di pochi mesi più giovani che all’epoca dei fatti, nel 2015, non avevano compiuto 18 anni, sono imputati davanti al Gup del Tribunale per i Minorenni di Palermo e hanno chiesto la messa alla prova.
La ragazza aveva annunciato il suo gesto con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. Il corpo senza vita, poi, è stato ritrovato sotto il muraglione della Rupe Atenea, dove si era lanciata nel vuoto. A fare luce sulla vicenda le indagini della Squadra Mobile di Agrigento. Gli agenti hanno scoperto alcuni video che immortalavano la sedicenne mentre faceva sesso di gruppo con quattro ragazzi. La giovane nonostante avesse manifestato il suo dissenso, sarebbe stata costretta, a turno, a subire rapporti sessuali.
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