Botte, percosse e torture, anche con l’utilizzo di bastoni, tubi di gomma, e cavi elettrici. Ma anche privazione di cibo e acqua. Migranti detenuti a Zawya, schiavizzati e costretti a dissetarsi con acqua salmastra. La tortura, in particolare, e’ il reato che i magistrati della Dda di Palermo – guidata da Francesco Lo Voi – contestano ai 3 fermati dai poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, dopo che nel 2017 questa fattispecie di reato e’ stato introdotto nel codice penale italiano.
I fermati sono Mohamed Conde’, detto Suarez, 22 anni della Guinea, Hameda Ahmed, 26 anni, egiziana e Mahmoud Ashuia, egiziano, 24 anni, tutti bloccati presso l’Hotspot di Messina. Il provvedimento e’ stato disposto dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Calogero Ferrara e Gianluca Caputo.
I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una pluralita’ di gravi delitti, quali tratta di persone, violenza sessuale, tortura, omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
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