C’è anche un agrigentino tra le 97 persone raggiunte dalla misura cautelare nella maxi operazione dei carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Dda, che ha colpito alcune tra le più importanti cosche di ‘ndrangheta i cui sodali sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico, anche internazionale, di droga, detenzione e spaccio di droga, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, scambio elettorale politico mafioso e detenzione e porto di armi. Tra i destinatari dell’ordinanza c’è il canicattinese Salvatore Carlino, 34 anni, finito al carcere di contrada “Petrusa” Carlino era già ai domiciliari per un’altra vicenda giudiziaria.
Carlino è indagato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, nello specifico, l’aver acquistato quasi 3 chilogrammi di cocaina da uno dei promotori della presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. I fatti contestati risalgono al 2021.
Tra le principali accuse contestate dalla Dda di Reggio Calabria diretta da Giuseppe Lombardo, vi è quella di aver gestito in regime di monopolio il traffico di stupefacenti attraverso una struttura stabile ed organizzata, frutto di “un’alleanza” tra le cosche della provincia, sovraordinata alle singole articolazioni e a queste complementare. L’operazione, denominata “Millenium” è stata eseguita a Reggio Calabria, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Nuoro, Bologna, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Roma, Rimini, Verona, Agrigento e Torino ed è stata condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Nel corso dell’operazione è stato eseguito anche il sequestro preventivo di due società – attive nella ristorazione e nell’edilizia – ritenute riconducibili agli indagati e utilizzate per favorire le attività illecite dell’associazione.
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