In margine al “Cantiere delle idee” per una svolta pastorale della Chiesa Agrigentina
Ed il riferimento oltre che al recente workshop che si è tenuto dal 19 al 21 maggio u.s., all’hotel Tre Torri di Agrigento, è soprattutto al progetto in sé, al progetto nel suo complesso, con tutte le iniziative che comporta e le sinergie che è destinato a suscitare.
Intanto viene subito da sottolineare che il progetto del “Cantiere delle idee” è in perfetta sintonia con la visione patristica dell’ “Ecclesia semper reformanda” e quindi come ha tenuto opportunamente a sottolineare l’arcivescovo card. don Franco Montenegro, “Chiesa-cantiere, chiesa mai finita, come un cantiere, in cui ognuno deve fare la sua parte”. Poi, nella situazione storica e contingente, generale e (perché no?) anche particolare agrigentina, sembra proprio il metodo pastorale più adatto per avviare un salutare processo di rinnovamento in campo pastorale, in una terra, la nostra agrigentina, che scrittori come Pirandello e Sciascia, hanno qualificato, in maniera più o meno esplicita come “irredimibile”, sicuramente dal punto di vista socio-politico, ma forse anche religioso.
Un’intuizione pastorale perciò che ci sembra profetica, questa del “Cantiere delle idee”, perché intanto parte dall’immediato e concreto “particulare” del nostro tessuto sociale, in cui la Chiesa ha la vocazione di doversi incarnare. La novità è la decisa tensione di proiettarsi nel futuro, con metodologia decisamente innovativa, scuotendo con gradualità le coscienze, raccogliendo via via stimoli ed idee, maturando progetti di “sviluppo di comunità” e “soluzioni partecipate”. Tutto comunque da potere comunque sempre rivedere anche in corso d’opera , se necessario, per successive versioni con l’aiuto di esperti.
Importante l’inserimento costante nella visione sociologico-scientifica, la prospettiva salvifica dei valori del Vangelo, secondo le dinamiche e la sensibilità della società di oggi, sicuramente tanto diversa dal passato .
Senza forzare nessuno ad arruolarsi e senza organizzare comunque truppe, ma unicamente puntando anzitutto a raccogliere idee, si punta a costruire un percorso di partecipazione che partendo da un’analisi costruttivamente critica, metta alla base e coltivi davvero l’ambizione a non rassegnarsi di fronte alle immancabili difficoltà.
Per il momento, evitando decisamente individualismi e protagonismi, solo l’invito a raccogliere da ogni gruppo ecclesiale e da ogni Comunità, le energie disponibili e costruire insieme un itinerario.
Una Pastorale, questa che la Chiesa Agrigentina intende decisamente intraprendere, davvero coraggiosa, capace di puntare lontano, per il riscatto morale e civile, di questa martoriata terra agrigentina, nella solidarietà con gli ultimi.
E intanto sul progetto, una generale ondata di consenso da parte dei numerosi partecipanti a questo primo workshop.
Non pochi tengono a dichiarare che questo “momento storico di gravissime difficoltà per tutti, coincide fortunatamente con un punto altissimo per la guida della chiesa universale e di quella agrigentina in particolare”.
E da parte di non pochi pure , come ad esempio Salvatore Sutera Sardo, coordinatore del Consiglio Pastorale Cittadino della Comunità Ecclesiale di Favara, anche la personale gratitudine al Pastore-coordinatore don Franco, che indica il cammino con positive “opportunità da portare avanti nelle varie realtà parrocchiali, cittadine e infine diocesana”.
Diego Acquisto