Rigettati dal Tribunale del Riesame di Palermo i ricorsi presentati da alcuni indagati dell’operazione antimafia “Halycon”, condotta sul campo dai carabinieri di Agrigento, e dal personale del Raggruppamento operativo speciale dell’Arma. Restano in carcere i licatesi Giovanni Mugnos, 53 anni, e il 47enne Raimondo Semprevivo.
Si sono rivolti alla Cassazione, invece, avverso l’ordinanza “Assedio” (la gemella di “Halycon”), condotta sul campo dai carabinieri di Agrigento e Licata, con il coordinamento dei magistrati della Dda palermitana, quattro soggetti, ritenuti vertici e affiliati delle famiglie mafiose di Cosa Nostra, di Licata e di Campobello di Licata, che si erano visti rigettare il ricorso dai giudici del Tribunale del Riesame di Palermo.
Si tratta del presunto capomafia di Licata Angelo Occhipinti, detto “Piscimoddu”, 65 anni, (difeso dagli avvocati Angela Porcello e Giovanni Castronovo), personaggio chiave dell’inchiesta, che ha accertato anche dei presunti legami con la politica e in particolare fra il boss e l’ex consigliere comunale Giuseppe Scozzari, per avere stretto un patto con Occhipinti che prevedeva uno scambio di favori.
Ricorso in Cassazione anche per l’ex genero di Occhipinti, Raimondo Semprevivo, 47 anni, di Licata (difeso dall’avv. Angela Porcello), accusato di estorsione aggravata, Vincenzo Bellavia, 33 anni (difeso dagli avvocati Antonino Martorana e Angela e Porcello). Le accuse per tutti, a vario titolo, sono di associazione a delinquere di tipo mafioso armata, ed estorsione.
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