“Buggea era intimo con Messina Denaro”. Lo ha detto l’ex avvocato Angela Porcello, condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi di reclusione nell’ambito della maxi inchiesta “Xidy”, l’operazione dei carabinieri del Ros che ha fatto luce sul mandamento mafioso di Canicattì e sulla riorganizzazione della Stidda in provincia di Agrigento.
L’ex penalista ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee nel processo di Appello dove peraltro le è stato negato il concordato, una specie di patteggiamento della pena “in cambio” di ulteriori ricorsi.
“Buggea mi ha presentato la nipote di Messina Denaro a cui ho dato pure un assegno di 2 mila euro che fu materialmente dato all’avvocato del marito – ha continuato l’ex legale -. Messina Denaro era di famiglia con Giancarlo”. La donna, difesa dall’avvocato Giuseppe Scozzari, è stata condannata in primo grado per mafia e, in particolare, per aver ricoperto il ruolo di cassiera del mandamento di Canicattì.
L’ex avvocato è stata per anni compagna del boss canicattinese Giancarlo Buggea, uno dei personaggi chiave dell’intera inchiesta. Sul banco degli imputati siedono 13 persone. In primo grado, in tutto, nello stralcio abbreviato del processo, erano state decise 15 condanne e 5 assoluzioni. In appello, davanti al collegio presieduto da Antonio Napoli, approdano adesso le posizioni di 13 imputati riconosciuti colpevoli.
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