“Mi servivano tre documenti per ottenere il rinnovo della patente, l’oculista e il diabetologo me l’avevano rilasciato, il dottore Alaimo mi prendeva in giro e rinviava continuamente”. Adriano Vetro, 47 anni, collaboratore scolastico in servizio in un istituto di Caltanissetta, ha confessato di essere l’autore dell’omicidio del cardiologo di Favara, Gaetano Alaimo, e di essere andato appositamente nello studio medico per ucciderlo. Il pubblico ministero Elenia Manno, titolare del fascicolo per questo, gli contestano l’omicidio premeditato, e il porto abusivo di arma da sparo clandestina.
I particolari dell’arresto dell’omicida sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa. Presenti il procuratore capo, facenti funzioni, Salvatore Vella, il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, Vittorio Stingo, il comandante del Reparto operativo Vincenzo Bulla, e il tenente Fabio Armetta, che comanda la Tenenza di Favara.
“Vetro è stato interrogato, ha raccontato la sua versione dei fatti, sostanzialmente, ha ammesso i fatti che gli vengono contestati, parlando del mancato rinnovo della patente di guida, che necessitava di alcuni certificati medici. Il dottore Alaimo stava semplicemente facendo il proprio mestiere, e in un contesto di difficoltà economica, e di non serenità da parte del soggetto, si è registrata la tragedia – ha detto il procuratore Vella -. Ma dobbiamo continuare a registrare una incredibile disponibilità, e facilità nel reperimento ed utilizzo di armi clandestine. L’Agrigentino è una provincia anomala rispetto al distretto di Corte d’Appello di Palermo, ed anomala rispetto al resto del contesto italiano”.
La pistola, calibro 7,65, che l’indagato favarese avrebbe utilizzato per uccidere il cardiologo è risultata essere rubata nel Catanese addirittura nel lontano 1979. Aveva delle munizioni nel caricatore, ma i carabinieri hanno anche sequestrato, già nel pomeriggio di ieri, anche altre decine di munizioni dello stesso calibro. L’omicidio non è avvenuto a seguito di una lite o di un momento di ira. “Sembra che sia stato predeterminato, e studiato con cura dal Vetro – ha chiarito l’attuale responsabile della Procura di Agrigento -. Stiamo parlando di fatti non ancora accertati naturalmente, verrà chiesta la convalida dell’arresto, e l’applicazione di una misura cautelare in carcere”.
“Non vi sono, ad oggi, elementi documentali dai quali ricavare che Vetro fosse gravato da una qualche patologia di carattere psichiatrico. Se verrà avanzato dalla difesa, e documentato potrà essere oggetto di un accertamento successivo”, ha concluso il procuratore Vella, in merito a quanto ieri sera è stato sostenuto dal difensore del bidello favarese, l’avvocato Santo Lucia.
“Favara, negli ultimi giorni, è stata teatro di episodi spiacevoli dal punto di vista criminale – continua il colonnello Vittorio Stingo -. La nostra soddisfazione più grande è quella di aver assicurato alla giustizia il presunto autore dell’omicidio, ancora in possesso di un’arma. Favara è molto attenzionata perché è teatro di crimini predatori, e di crimini che creano sgomento nella comunità. Il nostro obiettivo principale è quello di restituire serenità alla comunità. Domani, in ambito di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il prefetto ha convocato il sindaco di Favara al quale forniremo rassicurazioni maggiori per dimostrare che lo Stato è presente. Questa è una provincia complicata, ma lo Stato è presente e garantisce le risposte con massimo impegno”.