Il sostituto procuratore generale, Salvatore Leopardi, ha chiesto la conferma della condanna a 22 anni di reclusione per Adriano Vetro, il favarese di 49 anni, reo confesso dell’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo, ucciso a 62 anni con un colpo di pistola nel suo ambulatorio di via Bassanesi a Favara. In primo grado all’imputato era stata riconosciuta la piena capacità di intendere e volere. Alla stessa conclusione sono giunti gli specialisti incaricati dai giudici d’appello di valutare l’eventuale vizio di mente dell’imputato.
Gaetano Vivona, Felice Francesco Carabellese e Lia Parente, hanno ribadito che Vetro era capace di intendere e volere al momento dell’omicidio. Il processo di secondo grado è in corso di svolgimento davanti ai giudici della Corte di assise di Appello di Palermo. Il prossimo 20 gennaio la parola passerà al legale dell’imputato, Sergio Baldacchino, per l’arringa difensiva. Il favarese risponde di omicidio aggravato e detenzione di arma clandestina. Il delitto risale al novembre del 2022. Il movente sarebbe legato al mancato rilascio di un certificato necessario per il rinnovo della patente di guida.
Il 49enne, nel primo pomeriggio del 29 novembre di tre anni fa, si è presentato al Poliambulatorio di Favara, e ha ucciso con un solo colpo di pistola lo specialista nella sala d’attesa. Avrebbe provato ancora a fare fuoco, ma la pistola s’è inceppata. Poi la fuga, e l’arresto per mano dei carabinieri di Agrigento e Favara, in una casa di campagna.

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