Resta in carcere Carmelo Rubino, 68 anni, di Canicattì, accusato e reo confesso di avere ucciso, venerdì scorso, il suo compaesano Vincenzo Sciascia Cannizzaro. Rubino è stato interrogato al carcere di contrada “Petrusa” dal Gip del Tribunale di Agrigento Luisa Turco, e alla presenza del suo difensore di fiducia, l’avvocato Diego Guadagnino, e del sostituto procuratore Paola Vetro, titolare del fascicolo. L’uomo pur ammettendo ancora una volta i fatti, ha poi detto di non ricordare dove ha gettato la pistola, con la quale ha ammazzato il bracciante agricolo, e di essere parecchio confuso.
“Mi ha aggredito, stringendomi le mani al collo, nel tentativo di difendermi ho estratto la pistola e sono partiti due colpi”, ha detto Rubino.
Le indagini dei poliziotti del Commissariato di Canicattì, e dei carabinieri della locale Compagnia vanno avanti speditamente. Intanto, nel pomeriggio di ieri nella camera mortuaria dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento si è svolta l’autopsia sul corpo di Vincenzo Sciascia Cannizzaro. Presente l’avvocato Calogero Meli che rappresenta la famiglia della vittima. Ad eseguirla è stato il medico legale Giuseppe Ragazzi il quale non ha lasciato trapelare nulla in merito all’esame autoptico.
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