di Michele Bellavia
L’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus ha stoppato tutti i campionati di basket fino al 3 aprile.
Allo stato attuale, infatti, l’esigenza prioritaria rimane la tutela della salute pubblica, con l’intento di contenere il contagio; solamente in un secondo momento si penserà a far ripartire una nazione completamente paralizzata.
Quando ciò avverrà si potrà ricominciare a parlare anche di sport. Già, ma sarà possibile riprendere tutto come prima?
La sospensione, infatti, ha stravolto il calendario: la Coppa Italia – manifestazione a cui la Fortitudo Agrigento avrebbe dovuto partecipare nel week-end dal 6 all’8 marzo a Ravenna – e la fase ad orologio, prevista originariamente dal 15 marzo al 19 aprile, sono saltate.
Quest’ultima era la novità principale della stagione 2019/2020: prevedeva l’incrocio tra i due gironi, per un totale di ulteriori 6 gare per ciascuna squadra – tre in trasferta contro le tre squadre meglio classificate nell’altro girone, e tre in casa contro le tre squadre peggio classificate – con la griglia playoff/playout determinata solo a conclusione di questo mini ciclo di partite.
Tale fase, a detta di molti, è destinata a saltare; appare evidente che una volta finita l’emergenza, nella migliore delle ipotesi, ci sarà solamente il tempo di recuperare le partite di regular season mancanti, ragion per cui i playoff, i playout e le retrocessioni verranno determinate dall’attuale classifica.
In particolare, nel Girone Ovest solamente la capolista Reale Mutua Torino, Trapani e Napoli hanno disputato le 26 partite di regular season; Casale Monferrato, Agrigento, Biella, Rieti, Tortona, Latina, Capo d’Orlando ed Eurobasket Roma hanno una partita da recuperare, mentre ne devono recuperare due Treviglio, Scafati e Bergamo che, tuttavia, avendo 4 punti di svantaggio rispetto alla penultima, è virtualmente retrocessa.
Qualche spiraglio invece rimarrebbe per la Coppa Italia essendoci la possibilità di disputarla in un week-end di fine aprile.
Qualche giorno fa, la Lega Nazionale Pallacanestro ha diffuso un comunicato in cui viene riportato: “si è riscontrato il desiderio unanime di portare a termine la stagione sportiva”.
A questo proposito, tuttavia, si amplia sempre di più la fronda di club di A2 (Roseto) e di B (Omegna, Oleggio, Alba, Borgosesia, Alessandria, Cecina, Piombino, Capo d’Orlando, Palermo e Torrenova, Crema, Vigevano) che invece vorrebbero lo stop definitivo della stagione.
Tante le motivazioni a sostegno di una scelta così drastica: tra queste, l’incognita legata allo stato di forma dei giocatori che, in alcuni casi, sono rimasti fermi più di un mese, con programmi di allenamento individuali contingentati e che, con buona probabilità, dovranno rifare la preparazione atletica; saranno in grado di riprendere l’attività agonistica con la stessa intensità? E come la mettiamo col fatto che molti atleti americani hanno fatto rientro negli USA prima che il Governo Americano imponesse il blocco aereo nei confronti dei Paesi dell’area Schengen?
Sono interrogativi cui nessuno, attualmente, è in grado di dare delle risposte e che potrebbero lasciare spazio al rimpianto di una stagione bella e maledetta al tempo stesso.