L’inflazione ai tempi degli investimenti finanziari
Al giorno d’oggi la parola inflazione è entrata a far parte della vita quotidiana di tutti gli italiani, ma sono probabilmente in pochi a conoscerne il vero significato.
È un termine di derivazione latina, che nasce dal verbo “inflo”, e che sta ad indicare la variazione del livello dei prezzi nel corso del tempo. In termini finanziari, è quindi un indicatore relativo, in grado di segnalare ai consumatori la crescita o la diminuzione dei prezzi rispetto al mese precedente – e in questo caso si tratta di inflazione congiunturale – o rispetto alle stesse date dell’anno precedente – con riferimento all’inflazione tendenziale. Guardando al quotidiano, la regolamentazione dei prezzi è legata a doppio filo alla legge della domanda e dell’offerta: se il pubblico richiede un determinato prodotto o servizio, chi lo vende può alzare i prezzi, mentre al contrario, con una richiesta in discesa è scontato l’abbassamento del prezzo per invogliare il consumatore all’acquisto.
Altro fattore è importante è la rarità del prodotto richiesto, che influisce positivamente (lato venditore) sul prezzo. Fatta questa doverosa premessa, in tanti potrebbero considerare l’inflazione una piaga, un problema. In realtà, se i salari – almeno in via teorica – aumentano, consumatori e imprese consumano di più, provocando un circolo virtuoso focalizzato sul benessere generale. Il problema non è quindi l’inflazione in sé e per sé, quanto un calo o una crescita eccessiva della stessa.
Dal punto di vista della finanza e dei risparmiatori, però, l’inflazione corrisponde ad un campanello d’allarme. Come evidenziano gli esperti di Moneyfarm, società italo-britannica di consulenza indipendente, i fondi investiti, non potendo essere maneggiati per un dato periodo, non riescono ad adattarsi alle oscillazioni dei prestiti. In parole povere e lasciando da parte i termini tecnici, l’inflazione assume le sembianze di una tassa che progressivamente erode il valore del risparmio, con livelli che nel corso degli anni hanno anche oltrepassato la soglia del 5%. Certamente allo stato attuale è impensabile che l’inflazione si avvicini a queste soglie, ma il futuro potrebbe anche prospettare questa realtà.
Per non ritrovarsi ad affrontare spiacevoli sorprese, gli esperti di Moneyfarm suggeriscono di pianificare attentamente l’utilizzo delle risorse finanziarie da parte di un investitore, che dovrà valutare pregi e difetti di un fondo “statico”, a fronte di strumenti di investimento che, a fronte di soglie di rischio minime, non solo garantiscono che il valore effettivo della somma resti inalterato, ma possono anche portare piccoli o grandi introiti. Molto dipende dalle soglie di rischio, che possono essere tenute sotto controllo sia attraverso l’utilizzo della tecnologia e delle applicazioni fornite dalle società, o attraverso l’esperienza dei consulenti stessi, che sul lungo periodo riescono a consigliare le forme migliori e più adatte alle attitudini del cliente.
Negli anni scorsi era sufficiente puntare su strumenti che garantivano un rendimento, come testimoniano i successi dei Conti deposito e delle obbligazioni. Bastava investire senza il minimo rischio per proteggere il capitale, ma la costante crescita dell’inflazione e l’evoluzione degli strumenti finanziari hanno modificato radicalmente gli orizzonti, anche in considerazione di tassi di interesse non più così profittevoli. Per questo motivo, cresce in maniera progressiva il numero degli italiani che investono: a piccoli passi, con rischi contenuti, è possibile conservare valori di grandezza variabile anche per periodi molto lunghi.