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Home » Cronaca » L’inchiesta sui clan mafiosi di Porto Empedocle e Villaseta: 25 imputati rinviati a giudizio

L’inchiesta sui clan mafiosi di Porto Empedocle e Villaseta: 25 imputati rinviati a giudizio

13 Novembre 2025
in Cronaca, dalla città, Eventi, Mafia, Porto Empedocle
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Ventisei imputati all’abbreviato e gli altri 25 rinviati a giudizio. Queste le decisioni del gup del tribunale di Palermo, Lorenzo Chiaramonte, al termine dell’udienza preliminare scaturita dalla maxi operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, guidati dal colonnello Nicola De Tullio e dal suo vice il tenente colonnello Vincenzo Bulla, scattata in due fasi, fra dicembre e gennaio scorsi, sulle famiglie mafiose di Agrigento/Villaseta e Porto Empedocle. Alcuni giorni dopo il primo blitz, i carabinieri sono riusciti a sequestrate una parte del denaro della cosca di Villaseta ma soprattutto un pericoloso arsenale custodito da un insospettabile netturbino: pistole, una granata e un fucile mitragliatrice. Contestati i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico di droga, rapine, danneggiamenti ed estorsioni.

Gli imputati rinviati a giudizio che affronteranno il rito ordinario a partire dal prossimo 8 gennaio davanti i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara sono: Michele Bongiorno, 35 anni, di Favara; Ignazio Carapezza, 34 anni, di Porto Empedocle; Carmelo Corbo, 47 anni, di Canicattì; Cristian Gastoni, 32 anni, di Agrigento; Angelo Graci, 61 anni, di Castrofilippo; Gabriele Minio, 37 anni, di Agrigento; Giorgio Orsolino, 35 anni, di Agrigento; Angelo Tarallo, 45 anni, di Agrigento; Guido Vasile, 66 anni, di Agrigento; Nicolò Vasile, 44 anni, di Agrigento; Giuseppe Sottile, 38 anni, di Agrigento; Giuseppe Aliseo, 26 anni, di Canicattì; Alfonso Bruccoleri, 59 anni, di Porto Empedocle; Giuseppe Casà, 29 anni, di Agrigento; Antonio Crapa, 54 anni, di Favara; Salvatore Damanti, 36 anni, di Agrigento; Valery Di Giorgio, 29 anni, di Agrigento; Stefano Fragapane, 33 anni, di Agrigento; Alessandro La Cola,40 anni, di Canicattì; Calogero Morgana, 39 anni, di Agrigento; Giuseppe Nicastro, 36 anni, di Gela; Gerlando Romano, 26 anni, di Agrigento; Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento; Salvatore Bosco, 57 anni, di Favara e Luigi Prinzivalli, 73 anni, di Agrigento.

In ventisei, invece, hanno scelto il rito abbreviato. Si tratta di Domenico Blando, 68 anni, di Favara; Pietro Capraro, 40 anni, di Agrigento; Samuel Pio Donzì, 26 anni, di Agrigento; Carmelo Fallea, 50 anni, di Favara; Cosimo Ferro, 36 anni, di Castelvetrano; Francesco Firenze, 40 anni, di Castelvetrano; Giuseppe Focarino, 60 anni, di Palermo; Alfonso Lauricella, 59 anni, di Agrigento; Gaetano Licata, 42 anni, di Agrigento; Fabrizio Messina Denaro, 50 anni, di Castelvetrano; Fabrizio Messina, 50 anni, di Porto Empedocle; Roberto Parla, 47 anni, di Canicattì; Vincenzo Parla, 54 anni, di Canicattì; Calogero Prinzivalli, 42 anni, di Agrigento; Rocco Grillo, 33 anni, di Gela; Giuseppe Pasqualino, 34 anni, di Gela; Mirko Salvatore Rapisarda, 43 anni, di Gela; Calogero Bellaccomo, 40 anni, di Agrigento; James Burgio, 33 anni, di Porto Empedocle; Gioacchino Giorgio, 39 anni, di Licata; Fabrizio Nicosia, 41 anni, di Gela; Giuseppe Piscopo, 49 anni, di Gela; Antonio Puma, 44 anni, di Agrigento; Stefano Rinallo, 41 anni, di Canicattì; Antonio Salinitro, 25 anni, di Gela; Rosario Smorta, 53 anni, di Gela; Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento; Salvatore Prestia, 45 anni, di Porto Empedocle.

L’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Luisa Bettiol, ha ricostruito i nuovi assetti delle cosche agrigentine, individuando in Fabrizio Messina e Pietro Capraro i presunti reggenti dei clan di Porto Empedocle e Villaseta. L’indagine ha sgominato anche un vasto traffico di cocaina e posto fine a una vera e propria guerra che le cosche avevano intrapreso fra loro con attentati e intimidazioni per garantirsi il controllo dello spaccio.

Come è nata la maxi inchiesta antimafia. Dalle pagine dell’ordinanza emergono i dettagli dell’operazione antimafia che ha messo in ginocchio le famiglie mafiose di Agrigento/Villaseta e Porto Empedocle. La prima sarebbe stata guidata dal boss Pietro Capraro; la seconda, invece, sarebbe stata saldamente nelle mani di Fabrizio Messina, fratello del boss ergastolano Gerlandino. Le indagini nascono dal rinvenimento di due ingenti quantitativi di cocaina – tra il dicembre 2021 e il gennaio 2022 – all’interno di un banco al mercato ortofrutticolo di Villaggio Mosè. In entrambe le circostanze era stato il titolare della ditta a trovare la polvera bianca occultata all’interno di alcune cassette di frutta, mentre procedeva alla verifica di un carico di banane proveniente dal Sud America. Non ci hanno messo molto gli investigatori dell’Arma ad arrivare ad una conclusione: i commercianti con il traffico di droga non avevano nulla a che fare, ma hanno scoperto un collegamento tra un lavoratore del mercato ortofrutticolo con i membri del clan di Porto Empedocle.

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Tags: claninchiestaPorto Empedoclevillaseta
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