“Le accuse sono infamanti”. Vito Raso, storico segretario dell’ex presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro, ha respinto ogni addebito nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti che sarebbero stati “pilotati” nella sanità per la quale la Procura di Palermo, ha chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari per 18 indagati. “Montagne di carte di nulla”, ha detto parlando con i cronisti al termine dell’interrogatorio davanti al gip Carmen Salustro.
Secondo l’ipotesi accusatoria, Raso avrebbe assicurato a Cuffaro un accesso privilegiato a bandi, concorsi e nomine pubbliche, trasformando l’ufficio dell’assessorato alla Famiglia in un luogo di riunioni finalizzate, secondo i magistrati della procura palermitana, alla cura di interessi politici personali. Conclusi gli interrogatori, ora il giudice deciderà se accogliere la richiesta di applicare i domiciliari.
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