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Liberare la bellezza, costruire futuro

Luigi Mula Di Luigi Mula
19 Dicembre 2025
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“Cercare l’unità nella complessità, perché nessuno si salva da solo e nessuno salva da solo questo nostro straordinario patrimonio artistico, paesaggistico e ambientale”. Sorride e racconta Giuseppe Taibi, l’avvocato “Liberatore della bellezza”, mentre chiacchieriamo davanti ad un caffè. 
Elegante e ricercato nel suo abbigliamento, barba curata, l’avvocato Cassazionista è un fiume in piena. Capo delegazione FAI Agrigento dall’agosto 2010 all’11 dicembre 2025, Taibi ha proseguito l’impegno del Prof. Ignazio Melisenda Giambertoni, indimenticabile Rettore dell’Università di Palermo e per 10 anni Capo Delegazione, scalando tutti i vertici regionali all’interno del FAI, fino a diventare Presidente FAI Sicilia nell’aprile 2018. Carica che manterrà fino al 2021: “Sono stati tre anni molto intensi di sfide e traguardi raggiunti – mi confida –  con un obiettivo: rafforzare la collaborazione ed il dialogo tra le Istituzioni e la Società civile e rilanciare  il ruolo d’avanguardia del FAI sui temi della valorizzazione del patrimonio storico, artistico, paesaggistico e ambientale”.
Un impegno nel territorio, dicevamo, mettendo sempre al centro il bene comune e le nuove generazioni, grazie ad un energico Gruppo FAI Giovani, guidato da Ruben Russo e al gruppo scuola, guidato da Anna Gangarossa,  che ha visto la partecipazione di tutti gli studenti della provincia,  in qualità di visitatori o “Apprendisti Ciceroni”, alla grande famiglia del FAI in occasione degli eventi nazionali Giornate FAI di Primavera, Giornate FAI d’Autunno e Giornate FAI per le Scuole. 
Giovani ai quali il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ha sempre dedicato il suo impegno anche sul tema dell’Ambiente per provare a contrastare la grave crisi climatica che minaccia la stessa sopravvivenza dell’uomo sulla terra.
Sotto la sua guida la Delegazione è riuscita a creare tante occasioni di valorizzazione del territorio e a promuovere la “mission” del FAI. Delegazione uscente composta da Adriana Iacono, Antonio Liotta, Anna Gangarossa, Ruben Russo, Matteo Iemmola, Carmelo Capraro, Giuseppe Luparello, Tonia Lombardo, Luigi Mula, Giosuè Graci, Nuccio Zicari e Bruno Carapezza. Quest’ultimo dallo scorso 11 dicembre nuovo Capo della Delegazione di Agrigento. Carapezza avrà il compito di formare la nuova Delegazione.
In questi lunghi anni la Delegazione ha contribuito alla valorizzazione del Giardino Botanico dell’ex Provincia di Agrigento, splendido polmone verde tra la Città e la Valle dei Templi,  che nel tempo è stato primo “luogo del cuore” FAI in provincia di Agrigento e che ha ospitato diverse giornate FAI  nonché  la nota trasmissione RAI “GEO” che lo ha fatto meglio conoscere a livello nazionale e anche oltre. 
Grande interesse, poi, nella promozione della Biblioteca Lucchesiana, un “bene prezioso”, come ha sempre affermato il presidente nazionale del FAI, Marco Magnifico. Diretta da Don Angelo Chillura, padre spirituale della Delegazione, la Lucchesiana, in questi anni, ha sempre aperto le sue porte alle tante iniziative locali e nazionali. 
Intensa collaborazione con il “Treno Storico” della Fondazione FS che, negli ultimi anni, ha investito molto sulla tratta Agrigento-Porto Empedocle con fermata al Tempio di Vulcano e quindi ingresso nella Valle dei templi  attraverso la Kolymbethra: “Presto i turisti – sottolinea Taibi – potranno raggiungere con il Treno Storico il Tempio di Vulcano e la Kolymbethra  attraverso l’aeroporto di Palermo o con le navi da crociera da Porto Empedocle.
Attenzione, infine, verso le tematiche legate ai diritti umani  attraverso il “progetto Genesi: Arte e Diritti Umani” che ha portato ad Agrigento, grazie al FAI, nel 2022,la grande Arte Contemporanea la quale , con il suo linguaggio universale, ha affrontato temi internazionali come le   migrazioni e le diseguaglianze in un territorio agrigentino  che comprende anche Lampedusa, Porta d’Europa. Il Progetto  è poi approdato a Ginevra, al Palazzo delle Nazioni, con la mostra ART AND HUMAN RIGHTS in occasione delle celebrazioni del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo. 
Fulcro dell’impegno e della tenacia dell’avvocato Taibi rimane la valorizzazione della Scala dei Turchi.  Oggi il paesaggio della Scala dei Turchi è tra i più postati su Instagram: “La Scala dei Turchi – afferma Taibi – non è ancora Patrimonio dell’Umanità Unesco, ma a mio parere, lo è “di fatto” perché già adesso tutta la comunità internazionale si interessa della sua protezione e valorizzazione. Quando alcuni vandali l’hanno sporcata di rosso tutta la stampa internazionale è intervenuta per condannare l’accaduto. In quell’occasione ho ricevuto anche una telefonata dal New York Times che, intervistandomi, ha anche riconosciuto il fattivo impegno del FAI su questo territorio”.

Abbiamo incontrato l’avvocato Taibi per provare insieme a tracciare un consuntivo di questi 15 anni di “appartenenza” al FAI, cercando di riassumere il suo impegno ispirato ad un modello di  volontariato basato sulla collaborazione tra Istituzioni e Società Civile”. 

Avvocato mi piacerebbe partire raccontando il suo primo importante risultato...

“Si tratta dell’apertura al pubblico del Monastero ed ex Carcere di San Vito che con la Delegazione abbiamo riaperto dopo ben 14 anni di chiusura. Nel 2010, con l’accensione dei riflettori e negli anni dal 2011 al 2013 con l’apertura ad un pubblico entusiasta. Le aperture dell’ex Carcere per le giornate FAI di Primavera sono state una festa per tutti e hanno indicato la strada per nuove iniziative come quella attuale di FARM in occasione di Agrigento Capitale 2025. Tutto questo è accaduto grazie all’impegno congiunto della Prefettura, del Demanio, del Comune di Agrigento, della Soprintendenza, dell’Università di Agrigento, della Diocesi di Agrigento e di tutti gli altri che hanno, a vario titolo, collaborato e che ringrazio. Questo appena espresso nei fatti è stato sempre il nostro modus operandi che ha messo insieme Istituzioni e Società civile e tra di loro ha messo al centro il dialogo, l’incontro, l’ascolto e la crescita attraverso il confronto. Abbiamo cercato l’unità nella complessità”.

È riconosciuto a livello internazionale il suo impegno per la valorizzazione del paesaggio… 
“Vorrei, per questo, citare Ilaria Borletti Buitoni, già Sottosegretaria del  Ministero della Cultura con delega al Paesaggio: “Il Paesaggio è il contesto in cui vivono le comunità ed è dovere della buona politica non solo salvaguardarlo ma anche accompagnarne le trasformazioni, poiché il paesaggio vive e muta con la vita delle comunità. In questo modo si fa un servizio alla collettività”. Ispirato dalle sue parole vorrei brevemente raccontare il percorso che ha portato la Valle dei Templi a vincere il Premio Paesaggio 2017.  La Kolymbethra, bene gestito dal FAI, ha avuto un ruolo importante, insieme al Parco Valle dei templi, al Treno Storico, all’Università di Palermo e ad altri,  nella collaborazione tra Istituzioni e Società Civile che ha portato il progetto Agri-Gentium a vincere il Premio Paesaggio 2017 e, di conseguenza, a rappresentare l’Italia al Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa ottenendo, in quella sede, la prestigiosa menzione “sviluppo sostenibile e reintegrazione sociale”. Si parla tanto oggi di sviluppo sostenibile e non va dimenticato che uno dei luoghi simbolo   dello sviluppo sostenibile in Europa è proprio Agrigento.  Certamente ricollegabile al Premio del Paesaggio 2017 è il fatto che nel 2025 il Paesaggio Agrario della Valle dei Templi è stato inserito nel Registro Nazionale dei “Paesaggi rurali di interesse storico” del Ministero dell’Agricoltura. Un riconoscimento di grande valore per la tutela e la valorizzazione di questo territorio unico, custode di un sistema agricolo millenario. Inoltre lo scorso 4 Dicembre, alla Kolymbethra sono state  inaugurate le Case Montana, appena restaurate”.

Grazie al suo impegno si è anche conquistato l’appellativo di “Avvocato Liberatore della Bellezza”…
“Credo che il giornalista Fabio Russello si riferisse al mio impegno per la valorizzazione della Scala dei Turchi. Va ricordato che nei primi anni ’90 è iniziata la costruzione di un grande Albergo sulla spiaggia proprio accanto alla Scala dei Turchi. Legambiente è riuscita a bloccarne i lavori, ma è rimasto lo scheletro di cemento armato. Subito dopo la   Soprintendenza ha posto un vincolo paesaggistico. L’ecomostro a quel tempo aveva tutte le autorizzazioni di legge e sono stati necessari 20 anni di processi per poterlo demolire. L’impegno concreto del FAI è iniziato nel 2008 con il censimento: “i luoghi del Cuore”. Io stesso ho raccolto con la Delegazione   le firme per la Scala dei Turchi, che veniva votata come luogo del cuore ma in “negativo”, infatti i cittadini chiedevano la demolizione dell’ecomostro. Subito dopo il FAI si è costituito nei processi insieme a Legambiente e al Comune di Realmonte. Nel 2013, vinti tutti i processi,   il Comune non aveva i soldi per la demolizione, e la Procura della Repubblica era pronta ad agire nei confronti  del Sindaco per omissione di atti d’ufficio. Solo grazie al FAI che ha messo a disposizione 20.000 euro, attraverso il partner Banca Intesa, è stato possibile demolire   l’ecomostro e realizzare il ripristino dei luoghi. E’ stato, infine ,il proprietario dell’immobile, tenuto conto che ormai il FAI aveva messo a disposizione le somme,  che ha deciso di demolirlo autonomamente per evitare di pagare, successivamente, maggiori oneri. Alla fine del 2016 la Prof. Valeria Scavone (docente di architettura all’Università di Palermo e al corso del Polo Territoriale di Agrigento) ha proposto a me e al Comune di Realmonte di partecipare al Premio del Paesaggio per raccontare il virtuoso impegno di quegli anni attraverso il progetto “Liberare la bellezza”. Gli studenti dell’Università di Agrigento hanno collaborato con entusiasmo predisponendo il dossier e il video. Al Premio Nazionale del Paesaggio del 2017 questo progetto  ha ottenuto la prestigiosa menzione “Legalità e Paesaggio, lotta all’abusivismo attraverso la valorizzazione delle qualità territoriali”. Successivamente il Prefetto Diomede è stato invitato a Roma agli “Stati Generali del Paesaggio” per illustrare il progetto realizzato alla Scala dei Turchi, individuato dagli organizzatori tra i progetti italiani maggiormente virtuosi in materia di tutela del paesaggio.   La realizzazione del progetto “Liberare la bellezza” è stato un segnale forte in un territorio come quello di Agrigento, noto in precedenza come simbolo di abusivismo. Oggi invece il territorio di Agrigento viene riconosciuto dalla comunità nazionale ed internazionale come luogo di lotta all’abusivismo, luogo di impegno per il rispetto delle regole”.

Come si è giunti, infine, alla realizzazione del Belvedere?
“Si arrivo al punto; il FAI  aveva  chiesto la restituzione delle somme ma la Delegazione di Agrigento ed il Comune di Realmonte hanno insistito perché le somme restassero sul territorio per permettere la demolizione di un altro ecomostro, questa volta   abusivo   e degradato (con presenza di rifiuti speciali, eternit e amianto) che si trovava in cima alla Scala dei Turchi. L’obiettivo di quest’ultima demolizione era quella di realizzare un Belvedere che restasse, come dice il FAI “per sempre e per tutti. Nel 2015 è stato demolito l’immobile abusivo e nel 2016 è stato inaugurato il Belvedere sulla Scala, che è stato affidato al Comune di Realmonte. Uno splendido   belvedere, a picco sul mare, poi ampliato (grazie alla Regione Siciliana – Assessorato Agricoltura) e successivamente illuminato con energia solare attraverso un bando europeo. Il Belvedere è oggi il luogo ideale per godere del paesaggio della Scala dei Turchi senza calpestarla e, quindi, conservandola per le future generazioni.  

In tutti questi anni, grazie al lavoro della Delegazione ha potuto notare un cambiamento di paradigma nel territorio agrigentino? 
“Sicuramente! Oggi vi è grande attenzione alla valorizzazione e arrivano visitatori da tutto il mondo a conoscere la  “bellezza liberata”. Oggi la Scala dei Turchi ospita più visitatori della Valle dei Templi,   che raggiunge il milione di presenze l’anno. Tutto questo ha portato crescita economica sull’intero  territorio e i turisti soggiornano almeno 3 giorni ad Agrigento per visitare la Valle dei Templi con la Kolymbethra, il Centro Storico di Agrigento con la Cattedrale e la Costa con la Scala dei Turchi. Il tema della tutela Paesaggio è stato finalmente compreso dal nostro territorio tanto che al prossimo premio biennale Italiano  del Paesaggio parteciperanno, con il contributo della Delegazione FAI, anche l’Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, quinto in Italia nell’ultimo censimento FAI de “i luoghi del cuore”,  e il Comune di Siculiana con la Chiesa del SS Crocifisso, bene restaurato con  fondi FAI e Banca Intesa sempre per i luoghi  del cuore”.

Il FAI ha anche contribuito al riconoscimento di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025…

“Il Comune di Agrigento, nell’atto di indirizzo politico finalizzato alla candidatura a Capitale Italiana della Cultura per il 2025, ha indicato al primo punto dei requisiti che la rendevano degna di aspirare alla vittoria  proprio il fatto che nel 2017 Agrigento aveva vinto il Premio Nazionale del Paesaggio. La prima proposta al Comune di candidare Agrigento a Capitale Italiana della Cultura proviene dalla Delegazione  FAI nel 2015. La vittoria è arrivata dopo 10 anni di impegno e tre candidature alle quali la nostra delegazione ha attivamente collaborato con me sempre presente . Un risultato che ha acceso un faro su Agrigento (evidenziando luci e ombre). Ciò ha permesso ad Agrigento di ripartire dalla Cultura e di provare ad uscire dall’isolamento culturale e fisico in cui ci trovavamo. Il FAI nazionale ha sostenuto queste candidature partecipando con il Presidente Marco Magnifico in occasione delle audizioni romane presso il Ministero della Cultura (in particolare alla seconda e alla terza candidatura) . Subito dopo la   candidatura del 2018 ( per il 2020) il FAI ha proposto   la   realizzazione del Museo di Città presso il Collegio dei Filippini di Agrigento per raccontare i suoi 2600 anni di storia attraverso l’immersione dei visitatori in una realtà virtuale. Il Museo di città, finanziato grazie a un’idea e poi a un progetto del FAI, è stato indicato nell’audizione romana della candidatura 2023 (per il 2025) come   il progetto più significativo al fine di  lasciare sul  territorio una realizzazione fruibile   anche negli anni successivi. Il Museo di Città, che si chiama oggi Museo Multimediale Metaphorà, è stato inaugurato e   porterà il visitatore    a iniziare il tour di Agrigento dal Centro Storico anziché dalla Valle.  Questo può essere considerato un   vero e proprio “cambio di paradigma” per il territorio di Agrigento.”

Ha parlato spesso di FAI Sicilia, Delegazione, FAI Giovani, volontari,  Kolymbethra. Quanto è stato fondamentale il lavoro di squadra?

“Tantissimo, per questo desidero ringraziare tutto il FAI Sicilia, con la Presidente Sabrina Milone, la Delegazione FAI, il Gruppo FAI Giovani, tutti i volontari, lo Staff della Kolymbethra, con la direttrice Federica Salvo, e tutti coloro che nel tempo hanno collaborato per i numerosi traguardi raggiunti e allo stesso tempo augurare a Bruno Carapezza, prima segretario e adesso nuovo Capo Delegazione, di fare di più e meglio. Ho sempre creduto nel motto della fondatrice del FAI Giulia Mozzoni Crespi: “Ho lottato tutta la vita per la bellezza perché è l’altro modo di dire la verità”  e pensando all’impegno della Società Civile concludo con le parole della nota antropologa americana Margaret Mead : “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta”.

Luigi Mula 

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