Lezioni a distanza, si pensa agli esami. Pilato: “Mi auguro che si possano fare di presenza
Da domani anche la didattica a distanza si ferma. Videolezioni e chat scolastiche sospese per qualche giorno per le vacanze di Pasqua.
Al rientro, mercoledì prossimo, si dovrà capire come portare a conclusione l’anno scolastico ed in particolare lo svolgimenti degli esami.
I dirigenti scolastici sono già al lavoro per organizzare al meglio le attività finali.
Ma in che modo si svolgerà la “Maturità” 2020?
“In attesa della pubblicazione in queste ore del Decreto legge approvato in Cdm – afferma. Patrizia Pilato, dirigente del liceo Leonardo di Agrigento – ci è dato sapere che, a fronte dell’ammissione prevista per tutti gli studenti, due sono gli scenari aperti in vista degli Esami di stato: l’uno, nell’ipotesi di un rientro a scuola entro il 18 maggio, prevede lo svolgimento della prima prova scritta a carattere nazionale, sebbene su contenuti più aderenti al programma della prima parte dell’anno, e la predisposizione della seconda prova d’indirizzo a cura della Commissione, che sarà costituita da sei membri interni coordinati da un Presidente esterno; infine si terrà il colloquio.
L’altro scenario, che si aprirebbe nel caso di un rientro a scuola successivamente al 18 maggio prevederebbe un maxi colloquio, nell’ambito del quale gli studenti potrebbero anche essere chiamati a svolgere esercizi o traduzioni o ad affrontare comunque contenuti propri della seconda prova scritta di indirizzo. L’auspicio, pur nel rispetto della misura del distanziamento sociale, rimane quello di poterli fare quantomeno in presenza!”.
Un contatto sociale che sicuramente trasmetterebbe emozioni e sentimenti che dietro un PC rischierebbero di perdersi.
“La comunità educante –aggiunge Pilato– è stata chiamata con forza a “tenere aperta” la scuola, anche se le porte fisicamente sono state chiuse. L’attivazione di forme di didattica a distanza, per cercare di colmare quello che appariva un vuoto temporaneo, oggi, si manifesta come atto imprescindibile del nostro agire professionale: e ribadisco nostro, perchè se per i docenti la didattica rappresenta il cuore dell’attività professionale, per il dirigente scolastico rappresenta uno dei punti cardine dell’esercizio delle sue prerogative.
In tale contesto è risultato fondamentale garantire agli allievi l’accessibilità ai contenuti forniti dai docenti, al fine di non creare odiose discriminazioni che si sarebbero tradotte nella mancata tutela di un diritto fondamentale, come quello dell’istruzione”.
Una esigenza che apre a nuovi scenari.
“Per dirla con Friedrich Hölderlin – dice la Preside- “là dove è il pericolo, cresce anche ciò che salva”. Oggi più che mai credo che siamo stati chiamati a trasformare un momento di crisi in un’opportunità di crescita, ergo a essere resilienti.
Sono convinta che l’essere individui in perenne relazione, dunque esseri sociali, ci porta anche in un simile contesto a sentire il bisogno di non interrompere i contatti con gli altri, bensì a cercare di stabilire un circolo sociale che ci faccia avere la sensazione di non stare sprecando tempo ma, anzi, che esso sia ben speso.
Penso, dunque, che per impiegare al meglio il presente, occorre volgere lo sguardo al futuro, perché se è vero che ogni cambiamento per essere tale deve passare attraverso una crisi, il periodo contingente di sospensione dell’attività didattica deve rappresentare per la Scuola un impulso alla digitalizzazione della didattica stessa.
È indubbio che tale modalità di esplicitazione del processo di insegnamento/apprendimento richiede un’ulteriore assunzione di responsabilità da parte di tutta la comunità scolastica. Sono convinta, peraltro, che la libertà di insegnamento esca da questa esperienza indubbiamente rafforzata dalle nuove capacità e competenze che i docenti stanno mettendo in campo, e non certo messa in discussione dai tuttologi di turno.
D’altro canto, la didattica a distanza, molto più di quella in presenza a scuola, implica anche un coinvolgimento attivo individuale da parte degli studenti, che si traduce sostanzialmente nella responsabilizzazione e nell’educazione alla complessità dei contenuti digitali.
Certo, la preoccupazione per noi ed i nostri cari, il dolore per i nostri connazionali defunti e le enormi difficoltà del presente sono pesi che gravano purtroppo sulle spalle di ciascuno di noi ed è più faticoso in questi giorni attuare la nostra missione.
Ma dobbiamo andare avanti nel perseguire la nostra vision, per far sì che i meravigliosi ragazzi che ci sono stati affidati dalle famiglie possano continuare a crescere nel loro essere unici e a prepararsi ad affrontare la vita, qualunque sia quella che abbiano scelto, per essere professionali, competenti ed oggi più che mai responsabili, nel rispettare le regole che il cammino della vita non smetterà mai di imporci.
Tutti noi, dunque, da fieri e responsabili “Professionisti della scuola”, oltre che cittadini Italiani, ci sentiamo “chiamati” a combattere la sfida, ma dobbiamo farlo utilizzando gli strumenti che ci sono propri, mostrando, sebbene in assetto virtuale e a tutti coloro che a vario titolo condividono la mission del nostro Liceo, una Scuola quale laboratorio di umanità, relazione, capacità e apprendimento.
Una Scuola che non lascia dietro nessuno, pur con i limiti che la didattica a distanza di per sé evidenzia, tra cui primario è quello delle condizioni di accessibilità sia per i docenti ma soprattutto per gli studenti. Una Scuola che unisce attraverso un filo invisibile tutte le sue forze e mette in campo le sue competenze per affrontare il presente e vedere con speranza il futuro.
In tale contesto mi piace rilevare, però, quanto rimanga imprescindibile la relazione interpersonale che “deve” connotare il rapporto docente/discente: dobbiamo far sì che i nostri ragazzi continuino ad ascoltare le voci e le rassicurazioni dei loro docenti, ad incrociare i loro sguardi confortanti, a confidare paure e preoccupazioni.
Bisogna dunque promuovere il più possibile la socializzazione con gli alunni e le loro famiglie. Dobbiamo farlo per noi, per essere da esempio ai nostri figli e ai nostri nipoti, per i nostri allievi, per la fiducia che i loro genitori hanno riposto in noi, ma soprattutto dobbiamo farlo per il nostro Paese.
E lo dico nell’esercizio di un ruolo, quello del Dirigente scolastico -concludela dirigente Pilato- che oggi appare gravato in misura maggiore (semmai potesse immaginarsi!) dal peso di importanti responsabilità professionali e, prima ancora, etiche, connesse alla garanzia di diritti fondamentali”.