L’evoluzione del mondo dei videogiochi, o per esteso del gaming, negli ultimi anni ha subito un’accelerata considerevole, data sì dall’innovazione tecnologica, che ha allargato le possibilità, ma anche da un cambiamento culturale che non vede più il videogioco come un passatempo per una nicchia ristretto di pubblico, ma come una forma di intrattenimento e arte che è entrata nella vita di molti.
Chiunque ami il gaming oggi può contare su un’offerta vasta come mai successo prima: dalle console tradizionali ai giochi per smartphone, dal retrogaming agli open world online, tutti possono trovare il proprio gioco; anche gli appassionati di giochi di casinò possono passare il tempo con poker e slot su siti come PokerStars Casino, che ripropone i giochi classici e nuove varianti di quelli tradizionali.
Molti anni sono passati dai primi esperimenti con i videogiochi, da Spacewar e Pong, dall’ascesa dell’Atari al successo delle console Sega e Nintendo. Oggi i videogiochi non sono più un passatempo da “nerd”, ma si contendono il tempo libero delle persone con altre forme di intrattenimento come film, musica e serie tv. Tecnologie come il 5G, il cloud computing e l’AI trasformeranno il concetto stesso di gaming, non più demandato all’uso di una console ma a disposizione del videogiocatore su device utilizzati costantemente come lo smartphone.
Il mercato dei videogiochi cresce notevolmente e quella che viene considerata la decima arte nel 2020 ha toccato i 175 miliardi di dollari di fatturato. Soprattutto, cresce l’offerta sia in termini di genere videoludici sia per quanto riguarda i device su cui giocare. Se pensiamo che il segmento dei giochi per smartphone può contare oggi su circa 2,2 miliardi di giocatori capiamo come l’evoluzione sia rapida.
Come detto, è anche una questione di percezione. Da passatempo riservato a luoghi come le sale giochi, oggi il gaming è parte della società e viene applicato in svariati settori, compreso il marketing, che con la gamification applica i meccanismi del videogioco per coinvolgere le persone. È difficile trovare persone che non hanno mai giocato a videogiochi nemmeno una volta, che sia su smartphone, su console, online, da solo o in multiplayer.
La tecnologia online permette di giocare ovunque, a qualsiasi titolo e pure in maniera cross-mediale, ossia possiamo giocare allo stesso videogioco sia connessi da pc o smartphone che da console. E Il futuro?
Il futuro saranno gli abbonamenti, il cloud gaming e giochi sempre più sofisticati.
Un esempio del “modello Netflix” applicato ai videogiochi ci viene dall’Xbox Game Pass di Microsoft che, in cambio di una cifra non molto lontana da quelle che si spendono per servizi di streaming, permette di accedere a centinaia di titoli di Xbox, Xbox 360 e Xbox One senza necessità di una copia fisica del gioco, ma scegliendo di volta in volta a cosa giocare, se scaricare il videogioco o giocarlo in cloud (connessione permettendo).
A proposito di cloud, è indubbio che sarà una tecnologia sempre più diffusa anche nel mondo dei videogiochi. L’assenza della necessità di hardware fisico, la sicurezza e la possibilità di sincronizzare i giochi su più piattaforme sono i principali vantaggi del cloud, anche se è necessaria una connessione veloce e stabile, che con la diffusione della fibra sarà sempre più facile.
Inoltre, l’AI (Intelligenza Artificiale) sempre più sofisticata ha reso le trame e i personaggi molto più complessi e sfaccettati rispetto ai giochi di qualche decennio fa. Le storie sono immersive, coinvolgono la mente e il cuore dei giocatori che empatizzano con i personaggi che comandano. Persino le colonne sonore sono curatissime e fanno da accompagnamento “emotivo” perfetto delle azioni dei protagonisti dei videogiochi.
Il gaming è diventato dunque un’esperienza profonda, con giochi la cui complessità è pari a quella di certi film, e diffusa, in quanto le possibilità e la varietà sono cresciute enormemente. E non è un caso se i videogiochi hanno un giro d’affari più ampio di cinema e musica: la stratificazione dell’esperienza e la disponibilità enorme non possono che decretare il successo della “decima arte”.
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