Giovedì 27 febbraio, alle ore 11:30, i magistrati in servizio al Tribunale di Agrigento si riuniranno in assemblea per discutere delle problematiche relative al sistema giustizia italiano e delle preoccupazioni sollevate dalle recenti riforme costituzionali, in particolare la riforma Nordio. Questo incontro si inserisce nel contesto dello sciopero nazionale indetto dai magistrati contro le modifiche previste dalla riforma, che, secondo le critiche avanzate da molteplici esponenti della categoria, rischiano di compromettere i principi fondamentali di indipendenza e autonomia della magistratura.
L’incontro, organizzato dalla sezione locale dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), si terrà nell’aula Livatino del Palazzo di Giustizia di Agrigento. Durante l’assemblea, sono previsti gli interventi di importanti figure del panorama giuridico locale, tra cui il procuratore Giovanni Di Leo, la presidente della seconda sezione penale Wilma Angela Mazzara, e il presidente della sezione gip-gup Giuseppe Miceli. Questi rappresentanti, insieme agli altri partecipanti, offriranno una riflessione collettiva sull’impatto delle riforme, puntando l’attenzione sui rischi che queste potrebbero comportare per l’efficienza del sistema giuridico italiano.
Nel comunicato diffuso dall’ANM, l’assemblea è descritta come un’opportunità per aprire un dibattito sui principi di indipendenza della magistratura, alla luce delle modifiche previste dalla riforma. I magistrati italiani, infatti, temono che le modifiche possano influenzare negativamente la capacità della magistratura di esercitare il suo ruolo senza interferenze politiche o esterne.
L’evento, che si prevede partecipato, è stato concepito come uno spazio di riflessione e confronto, aperto a tutte le persone interessate, non solo alla comunità giuridica. Infatti, l’incontro è pensato per coinvolgere anche i cittadini, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle possibili conseguenze delle riforme e sull’importanza di tutelare l’autonomia della giustizia.
Questa assemblea si configura dunque come un momento cruciale di mobilitazione e dibattito, non solo contro le riforme in discussione, ma anche a favore di un sistema giuridico che continui a garantire giustizia equa e indipendente, un valore fondamentale per la democrazia e lo Stato di diritto.
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