L’Associazione Immagina Aps, uno spazio di coworking sito in pieno centro storico di Agrigento, da qualche mese organizza delle Passeggiate, insieme ai propri associati, alla riscoperta degli angoli meno battuti e conosciuti della città. Ne stanno parlando in tanti e anche nei Social la sua eco si propaga molto rapidamente. Per saperne di più abbiamo deciso di intervistare Beniamino Biondi, scrittore, poeta, critico cinematografico ed ex Assessore alla Cultura, che insieme ai ragazzi dell’Associazione ha ideato questo format. Buona lettura!
In cosa consistono nel concreto le Passeggiate di Immagina?
Le passeggiate da Immagina consistono in alcuni percorsi non convenzionali attraverso la fitta rete del centro storico di Agrigento e la collina della Rupe Atenea. Si tratta di luoghi poco conosciuti, talvolta scarsamente valorizzati, e soprattutto visitabili entro percorsi all’aria aperta che tracciano l’impianto sinuoso e labirintico dell’antica rete viaria della città. Tuttavia il valore non è dei posti in sé, o del senso di scoperta che essi suscitano; quel che più conta è il rapporto fra gli spazi, il racconto della funzione sociale dei luoghi – come nel caso dei cortili, che grazie al nostro impegno stanno suscitando sempre maggiore interesse -, l’interazione con i residenti che perfezionano gli spazi dell’abitare, diventando proprietari morali del bene pubblico. Ecco, alla fine queste passeggiate sono uno strumento consapevole per un reimpossessamento della città, cioè della sua identità, favorendo un significativo processo di conoscenza e di valorizzazione degli spazi comuni.
Com’è nata l’idea di proporre agli agrigentini queste Passeggiate?
Questa idea ha un sostanziale richiamo letterario che trova il suo fondamento in una bellissima frase dello scrittore americano Henry Miller che dice che “la propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose”. Le passeggiate di Immagina fanno proprio questo, usando i luoghi non come fine ma come pretesto per offrire una diversa narrazione di Agrigento, raccontando l’esperienza della storia attraverso un percorso in cui si intrecciano dati sociali e cronache di costume, risonanze letterarie e visioni di futuro, elementi le cui caratteristiche sociali e culturali sono testimoni di una forma di evoluzione che tutti i partecipanti hanno modo di ripensare criticamente, quasi sempre in modo schietto e condiviso. Il racconto di una sorta di “altra Agrigento” che ha finito per diventare una scommessa vinta, proprio perché destinata a coloro i quali hanno il diritto di vivere in una forma comunitaria la loro stessa città.
Al momento avete proposto due Passeggiate nel centro storico della città e una alla Rupe Atenea, avete in programma di andare oltre il territorio comunale?
Intanto queste passeggiate stanno offrendo una preziosa esperienza sensibile, tenendo conto anche di alcuni deliberati rischi di racconto; mi riferisco soprattutto al Parco Icori, meta conclusiva di una delle nostre attuali tre giornate. Un luogo bellissimo, quasi irrappresentabile in un percorso attraverso Agrigento, che però offre la grande occasione di raccontare la frana del 1966 interrogando ognuno di noi sui processi urbani della città. Così come altri luoghi tipici e sostanzialmente ignoti – l’ex tracomatosario o il castello -, cui si aggiunge il fascino della Rupe Atenea con i suoi misteri, le sue vicende militari, i cunicoli sotterranei e la veduta straordinaria che si coglie dall’ex poligono di tiro, meta ultima della città. Adesso stiamo elaborando alcuni percorsi extraurbani nella provincia più vicina: un racconto insolito nella Favara del Barone Mendola, la Racalmuto civile di Casa Sciascia, il castello arabo di Monte Guastanella a Santa Elisabetta, e poi ancora Palma di Montechiaro, Naro, e alcuni percorsi di trekking nell’area vasta intorno la Valle dei Templi, sempre nell’idea di una originalità nell’approccio alla fruizione degli spazi.
Gli associati sembrano apprezzare molto sia le locandine per sponsorizzare l’evento che le fotografie che si condividono dopo ogni Passeggiata sui Social, di chi è il merito?
Locandine e fotografie stanno circolando moltissimo, suscitando ancora nuove adesioni e curiosità. Il merito è dello staff di Immagina, che sin da subito ha voluto curare questi aspetti con la massima accuratezza. Le locandine sono opera di Gaetano Vella, uno degli artisti più apprezzati di Agrigento ma oramai con un respiro assai più ampio, mentre per le immagini si sono associati alle passeggiate molti fotografi, tra amatori e professionisti. Questo compito è adesso affidato a un fotografo stabile, Davide Moscato, che sa cogliere le ragioni di comunità intrecciate allo stupore dei luoghi, con un grande senso della profondità artistica e con indubitabile talento. A lui si devono per la maggior parte gli scatti che circolano sui social con il logo di Immagina.
A oggi, lunedì 18 Gennaio, avete svolto sei Passeggiate e hanno aderito, in totale, più di cento persone. Che sensazioni percepisci, lato partecipanti, alla fine di ogni Passeggiata?
Intanto sensazioni di natura se non privata certamente emozionale, con un senso di amicizia e di solidarietà raggiunti dal gruppo. Sono persone che per buona parte non si conoscono fra loro, e che tuttavia finiscono per intrecciare un dialogo collettivo, al punto che quasi tutti hanno partecipato alle passeggiate successive. Alla fine, cioè al momento dei saluti, ci si lascia con un’idea di ritrovarsi, e la sensazione è di avere compiuto insieme un viaggio onirico, cioè il racconto di una città inattesa che è bellissima e non sacrificabile ad interessi diversi che non siano la sua stessa rivalutazione. Mi accorgo, ma non è uno stupore demotivante, che molti agrigentini non conoscono la loro stessa città, o ne possiedono un ritratto falsificato; e l’adesione così partecipe a queste passeggiate dimostra proprio che una voglia di conoscenza esiste, e scoprire ciò che già possediamo – senza tuttavia saperlo – credo sia il sentimento più intenso che si possa sperimentare.
Redazione Agrigento Oggi