Fra qualche giorno entreremo nella cosiddetta fase 2 ed ancora non si conoscono nello specifico le modalità di azione e non mancano le proteste nel paese di moltissime categorie produttive sulla mancata riapertura con un danno economico incalcolabile.
Anche la Conferenza episcopale italiana e’ scesa in campo ritenendo necessario la riaperture delle chiese, con margini di sicurezza, rispettando tutte le indicazioni e gli accorgimenti necessari.
Da voci di palazzo si sussurra quasi imminente la celebrazione delle messe a partire dall’11 maggio, in condizioni di sicurezza. E’ chiaro comunque che l’orizzonte temporale possibile, come riporta questa mattina il quotidiano Avvenire, è compreso dentro il prossimo mese e la decisione finale dovrà essere legata all’andamento della curva dei contagi con quattro opzioni diverse.
lunedì 4 maggio riguarda la ripresa della celebrazione dei funerali con al massimo 15 persone.
11 maggio, la possibilità di celebrare l’Eucaristia all’aperto;
18 – o 25 maggio, le celebrazioni all’interno delle chiese in condizioni di sicurezza che prevedano il distanziamento fra i fedeli, guanti e mascherine, sospensione di alcuni gesti liturgici come lo scambio della pace.
E’ chiaro che le mosse del governo sono il frutto di una interlocuzione costante con la Cei e, soprattutto con il comitato tecnico scientifico.
Si lavora, infatti, ad un semplice protocollo sulla celebrazione delle diverse liturgie come i funerali con al massimo 15 persone tra parenti stretti o i matrimoni con la presenza dei soli nubendi e testimoni, mentre di battesimi, prime comunioni e cresime normalmente effettuate a maggio non si sarebbe ancora discusso.
Saranno naturalmente previste regole differenti anche alle altre religioni presenti nel nostro paese rispettando le disposizioni governative che permettano ai fedeli di partecipare alle preghiere in condizioni di sicurezza.
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