I lavori di rifacimento della rete idrica di Agrigento sono ripresi, ieri mattina, da via Vincenzo Gaglio, nel quartiere del campo Esseneto. Lavori, finiti sotto inchiesta, che vanno purtroppo a rilento soprattutto per l’impossibilità del Consorzio aggiudicatario dell’appalto di far fronte a un cantiere così importante. E per fare il punto della situazione e per capire se la ditta è nelle condizioni di poter proseguire nelle opere sono state convocate alcune riunioni dal presidente dell’Ati idrico, il sindaco di Montallegro Giovanni Cirillo. La prima si è svolta ieri pomeriggio. Erano presenti fra gli altri il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè e il direttore generale di Aica, Claudio Guarnieri. Assente invece il Rup, Gaspare Triassi. Una riunione che si è tenuta a porte chiuse. Cirillo ha riconvocato il Rup, per quest’oggi, per fare il punto in vista del 12 giugno, quando la Commissione nominata dal presidente della Regione, Renato Schifani sarà presente ad Agrigento per capire come proseguire e nel caso intervenire.
Un appalto di 37 milioni di euro per rifare la tanto attesa rete idrica di Agrigento ad un Consorzio di imprese che non avrebbe avuto i requisiti, né mezzi né operai da impiegare, per aggiudicarselo. Ma l’ex assessore regionale Roberto Di Mauro, si sarebbe adoperato lo stesso perché i lavori partissero e non si bloccassero, anche se era già noto che quell’appalto sarebbe servito solo per prenotare i futuri finanziamenti. Anche se più volte sono scaturiti dei dubbi sulla legittimità e l’utilizzo di 10 milioni di euro stanziati dalla Regione “a titolo di anticipazione” per avviare i lavori, così come ipotizza la Procura di Agrigento, guidata da Giovanni Di Leo, nell’inchiesta “appalti e mazzette”. Una tesi supportata dall’attività investigativa della Squadra mobile di Agrigento con intercettazioni a tappeto, trojan, pedinamenti, acquisizione di documenti.
Proprio l’attività di intercettazione a carico dell’ex assessore regionale, Roberto Di Mauro, avrebbe fornito diversi spunti d’indagine. Ad inizio del mese di gennaio scorso è stata registrata una conversazione tra l’onorevole ed il suo segretario Giovanni Campagna (anche lui indagato) in cui quest’ultimo ha informato l’assessore che il Mistero dell’Economia aveva chiesto chiarimenti sull’anticipazione di 10 milioni di euro per la rete idrica, sollevando dubbi sulla legittimità.
Poco più tardi è stata intercettata una seconda conversazione, questa volta tra il segretario Campagna e una dirigente del Dipartimento acqua e rifiuti, anch’essa avvisata dell’impugnativa del Ministero. Quest’ultima, in effetti, ha ribadito l’insensatezza di quei 10 milioni anticipati: “È una cosa inutile questi dieci milioni”, al suo interlocutore che, di contro ha risposto “tu sai come nasce tutto, giusto?”. La dirigente, giustamente perplessa, ha ribadito nuovamente “Io non ho capito perchè questi 10 milioni sono stati messi, me lo spiegate?”.
Il secondo momento, ritenuto di grande rilievo investigativo da Procura e Squadra mobile, avviene alla fine del mese di gennaio quando grazie ai trojan vengono intercettate due riunioni nella sede di Aica. Nella prima, avvenuta il 21 gennaio 2025, partecipano, oltre a Di Mauro, anche il direttore generale Claudio Guarneri, il presidente Settimio Cantone, il Rup Gaspare Triassi ed il direttore dei lavori, Pietro Agnello. Si parla del sindaco di Maletto, Giuseppe Capizzi, l’imprenditore che si era aggiudicato l’appalto della rete idrica di Agrigento. Quasi tutti i presenti hanno sollevato dubbi sulla figura di Capizzi. Triassi, in particolare, avrebbe sostenuto che non soltanto non poteva rapportarsi con la Pubblica Amministrazione ma nulla era stato fatto fino a quel momento nonostante l’entità e importanza del progetto.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp