Il boss Matteo Messina Denaro non si nascondeva bel bunker della casa di via Maggiore Toselli 34, e nemmeno nell’appartamento di vicolo San Vito 10, distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro nel centro di Campobello di Mazara. Non viveva in un casolare come Bernardo Provenzano, o in una villa senza uscire mai come Totò Riina. La vita dell’ultimo stragista scorreva serena: si recava al bar, dal medico e alle Poste. Il tutto raccolto in circa mille metri quadrati.
Nella casa di via Toselli, i carabinieri del Ros e i finanzieri del Gico hanno rinvenuto una cassetta di sicurezza, del padrino di Castelvetrano arrestato lunedì, contenente collane, bracciali, pietre preziose sistemate con cura dentro le custodie. C’erano anche dei vassoi d’argento sugli scaffali metallici che riempiono la stanza di tre metri per due nascosta dietro a un armadio. Spostando un fondo scorrevole spunta una porta blindata.
E poi diversi scatoloni vuoti. Forse, qualcuno ha portato via il contenuto dopo la cattura del boss. C’è il sospetto delle carte fatte sparire prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
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