Il punto di vista dei ragazzi del progetto giornalismo del Liceo Empedocle.
Il teatro Pirandello, inaugurato nel 1880 sulle note de “La forza del destino”, si riaccende oggi della forza drammatica che tanto caratterizza Verdi con l’ultima opera della “Trilogia Popolare”.
Ispirata a “La signora delle camelie”, di Alexandre Dumas figlio, la “Traviata” è la struggente storia di amore, ostacolata dai vincoli di una società ipocrita e perbenista, tra Violetta, prostituta affetta dalla tisi, che ne segnerà la fine, e Alfredo, giovane nobile provenzale.
Il forte spirito rivoluzionario dell’opera viene rilanciato grazie all’audace regia di Lorenzo Lenzi, pregna di denuncia sociale, che propone vari spunti di riflessione e capovolgimenti della tradizionale struttura della rappresentazione. Il risultato è, a dir poco, sorprendente: un prodotto al contempo tanto fedele, quanto originale.
Grande la partecipazione del pubblico che si è mostrato, talvolta, allibito ed interdetto, ma che è rimasto, nel complesso, visibilmente e positivamente impressionato dall’opera.
Grande successo ha avuto l’orchestra diretta dal Maestro Francesco di Mauro, specie negli ultimi due atti, e particolarmente apprezzato anche il soprano Claudia Urru, nel ruolo di Violetta; gradito è stato anche il tenore Rosolino Claudio Cardile, anche se forse più adatto ad altri ruoli, ma, senza dubbio, l’interpretazione meglio accolta è stata quella di Ohyoung Kwon, baritono coreano nel ruolo di Giorgio Germont, che ha suscitato nel pubblico grande emozione. Per la messa in scena de “La Traviata” è stata riaperta, dopo parecchi anni, la piccola “fossa” destinata all’orchestra, di cui dispone il teatro Pirandello, nella speranza che altre rappresentazioni dello stesso genere possano trovare spazio ad Agrigento, così che davvero possa essere una Capitale della Cultura per il 2025 degna di questo nome.
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