Sono accusati di avere favorito e sfruttato la prostituzione di più donne extracomunitarie, soprattutto Sudamericane, ottenendo pagamenti in denaro e mettendo loro a disposizione tre appartamenti in altrettante zone del territorio licatese. Case trasformate in veri e propri bordelli da tre uomini. E all’alba di ieri è scattato il blitz dei carabinieri della sezione Operativa della Compagnia di Licata, con il supporto dei loro colleghi della Compagnia di piazza Dante di Catania che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare personale emessa dal gip del tribunale di Agrigento, su richiesta della Procura della Repubblica.
Il Gip Giuseppe Miceli, dopo l’interrogatorio preventivo, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di tre licatesi: Calogero Licata, 70 anni; Calogero Calandra, 74 anni, e Raimondo Tedesco, 68 anni. Per una cinquantenne di nazionalità domenicana, residente a Catania, Miguelina Beato Jorge, è stato disposto il divieto di dimora nei comuni di Licata, Palma di Montechiaro, Campobello di Licata, Ravanusa, Butera e Gela. Analoga misura per un’altra domenicana che risulta attualmente irreperibile. I cinque sono gravemente indiziati dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione ai danni di donne straniere. Nella stessa inchiesta figura una sesta persona indagata a piede libero: si tratta di una quarantottenne colombiana residente a Licata.
Le indagini sono nate dal “fiuto” investigativo di alcuni carabinieri che, trovandosi a transitare in una zona di campagna lungo la strada statale 123, in contrada “Rinella/Piana Bugiades”, hanno notato due donne sudamericane nei pressi di un casolare fatiscente. È il 30 ottobre 2024. A dialogare con loro un soggetto, già noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi giudiziari proprio in materia di prostituzione. Nei giorni seguenti il casolare viene monitorato con telecamere e specifici servizi e non è passato inosservato il via vai di persone soprattutto la sera.
In breve tempo vengono identificati il proprietario dello stabile, il locatorio e chi quotidianamente si occupa delle faccende. Tutti finiscono per essere intercettati. In appena cinque mesi di attività investigativa sono centinaia i clienti immortalati ai quali non rimane altro che confermare il motivo della loro presenza in quel posto.
Calogero Licata è il proprietario di alcuni di questi immobili e, secondo gli inquirenti, ben a conoscenza dell’uso che ne viene fatto. Per questo avrebbe ricevuto un canone di 700 euro, decisamente oltre alle aspettative di qualsiasi affitto. Calogero Calandra, invece, sarebbe uno dei locatari che, coadiuvato da Raimondo Tedesco, avrebbe svolto il ruolo di “protettore” delle ragazze sudamericane e dalle quali si sarebbe fatto pagare 50-60 euro al giorno di subaffitto. A questi soldi – secondo la Procura di Agrigento – se ne sarebbero aggiunti molti altri ancora grazie ai servizi “extra” che erano in grado di offrire quali: trasferimenti dalla fermata dell’autobus, accompagnamenti per l’acquisto di generi alimentari e ricariche PostePay o Mooney Transfer necessarie alla pubblicazione degli annunci online.
Il gip ha adottato il provvedimento di sequestro, ai fini della confisca, di tre appartamenti, due ubicati in contrada “Rinella/Piana Bugiades” e il terzo in via Montenero, e di un’autovettura Volkswagen Golf.
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