E’ il messaggio di gioia all’intera umanità di Papa Francesco con l’esortazione apostolica “Gaudete et exsultate”,( Rallegratevi ed esultate» (Mt 5,12), pubblicata ieri, solennità dell’Annunciazione del Signore. Un messaggio che, rivolto a tutti di ogni genere e condizione, sorprende non poco l’odierno contesto culturale, abituato a coltivare l’ideale del superuomo che si afferma e trionfa. E che generalmente si identifica con il massimo della perfezione, creando magari il mito del santo-superuomo.
Nulla di più errato dice Papa Francesco, proponendo l’ideale della santità alla portata di tutti, in qualsiasi stato o condizione ci si trovi a vivere. Santi senza essere “superuomini” e nemmeno “perfetti”. Ma semplicemente persone comuni, mariti e mogli, genitori e nonni, operatori impegnati nel sociale e nel politico, lavoratori , consacrati e consacrate, ecc. ecc. Persone comuni insomma che però “non hanno paura di puntare in alto” e ogni giorno si lasciano “amare e liberare da Dio”, trasformando la propria vita in una continua “missione” al servizio degli altri, con l’aiuto della grazia.
Grazia che è un dono gratuito che Dio dona a tutti, non ai super-uomini; un dono che è in grado di alimentare e sostenere, malgrado i propri limiti, l’ansia verso l’alto e l’anelito costante a volere migliorare.
Ecco perché al numero 50 del documento ed a seguire, il Papa mette in guardia da ciò che unicamente può fermare l’azione benefica della grazia. Infatti testualmente afferma : “ In ultima analisi, la mancanza di un riconoscimento sincero, sofferto e orante dei nostri limiti è ciò che impedisce alla grazia di agire meglio in noi…”
E tanti, proprio tanti nel silenzio e nel nascondimento, hanno percorso il cammino delle Beatitudini. Si tratta di un popolo nascosto che ha impedito all’umanità “di sprofondare nell’incredulità e nell’ingiustizia…..e “sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei libri di storia”.(n.8)
Del ricco ed affascinante documento papale , è impossibile esporre anche in sintesi non solo la ricchezza di tante osservazioni, ma anche la diversità di modi, maniere e porte con cui si partecipa al mistero della santificazione della vita, per accogliere il rivoluzionario messaggio evangelico delle Beatitudini con semplicità e dedizione in favore dei più abbandonati, adorando i Dio in spirito e verità , pur in mezzo ai tanti travagli ed alle turbolenze dell’esistenza.
A tutti, religiosi, irreligiosi, credenti o non credenti che siano, il consiglio a non lasciarsi paralizzare dalla cura della loro perfezione, dal risentimento, dalle frustrazioni, da una cecità comoda e autosufficiente dove alla fine tutto sembra lecito: l’inganno, la calunnia, l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzialità seminando zizzania nel campo dove Dio semina amore.
Infine, tra i vari capitoli, ci pare di dovere suggerire una particolare attenzione al capitolo quinto, dove Papa Francesco parla di “Combattimento, vigilanza e discernimento” e ricorda che “ La vita cristiana è un combattimento permanente. Si richiedono forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo e annunciare il Vangelo. Questa lotta è molto bella, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita”.
E quindi l’appello, quando è necessario ad avere il coraggio del cambiamento senza lasciarsi intimidire dalle forze del male che inducono a non cambiare, a lasciare le cose come stanno, a scegliere l’immobilismo e la rigidità; e allora si impedisce che agisca il soffio dello Spirito
Diego Acquisto
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