La provincia di Agrigento è quinta in Italia per maggior rischio corruttivo. A guidare la classifica è Enna, seguita da Crotone, Palermo, Caltanissetta, Agrigento, Reggio Calabria, Catania, Caserta, Napoli e Siracusa. Milano guida, invece , la classifica delle province virtuose (seguita da Bologna, Modena, Ancona, Belluno, Trento, Parma, Monza-Brianza, Lecco e Padova) dove la probabilità per le imprese e per gli operatori del settore di incorrere in fenomeni di corruzione è più bassa. E’ quanto emerge dall’incrocio dei nuovi indicatori di valutazione del rischio corruttivo a cui è dedicata, da oggi, una nuova sezione del portale dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). “Possiamo paragonare la corruzione a un iceberg, del quale si vede solo la punta pur essendo la parte sommersa di dimensioni molto maggiori di quello che appare”. Così il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, ha illustrato il nuovo portale per la misurazione della corruzione, “una piccola rivoluzione”, perché dalle interviste a soggetti qualificati per misurare la percezione della corruzione si passa alla misurazione scientifica del rischio. “Utilizzando le informazioni contenute in varie banche dati, l’Autorità ha voluto individuare una serie di ‘indicatori di rischio corruzione, in coerenza con quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per il miglioramento dell’efficacia della lotta contro la corruzione”, ha spiegato. Il progetto “Misurazione territoriale del rischio di corruzione e promozione della trasparenza” è stato sviluppato assieme all’Istat e a università importanti, come la Sapienza e la Cattolica del Sacro Cuore, ed è finanziato dall’Unione Europea, con l’obiettivo di costruire e rendere disponibile un set di indicatori in grado di quantificare concretamente la possibilità che si verifichino eventi corruttivi a livello territoriale. “Il modello, spiega l’Anac, potrà essere un punto di riferimento internazionale, dal momento che nessun Paese è riuscito fornire in maniera strutturata e al più ampio pubblico possibile indicatori di rischio corruzione”.