Di Gianluca Cucchiara
Finalmente è arrivata la prima vittoria di tappa di un ciclista italiano al Giro, quest’anno dominato finora da Del Toro e conteso da Yates e Carapaz, con il danese Pedersen in grande evidenza con quattro vittorie in volata e con indosso la meritata maglia ciclamino.
Una vittoria di tappa senza precedenti: due corridori della Astana, Lorenzo Fortunato e Christian Scaroni, sono lanciati in fuga sul Passo di San Valentino; Fortunato davanti e Scaroni dietro.Cinquanta metri prima del traguardo, Lorenzo tende la mano al compagno di squadra Christian e insieme, mano nella mano, tagliano il traguardo con la vittoria di Christian, infine avanti di mezza ruota. Vittoria unica e mai vista prima, che celebra i valori dello sport e, in particolare, del ciclismo. Sport di fatica, fatto di salite, discese, tornanti, polvere, cadute, sangue (quando va bene) e sudore… tanto sudore.Luoghi sperduti e ameni, panorami mozzafiato e strade gremite di tifosi appassionati.
Sport muscolare, di resistenza, di forza fisica e mentale, ma anche di strategia. Sul traguardo del San Valentino ha vinto Scaroni… ma ha vinto pure Fortunato; ha vinto la loro squadra; ha vinto l’altruismo e l’unità di intenti suggellata dalle loro mani unite nel raccogliere il successo. Emozioni uniche a conclusione di tante ore di corsa sopra una bicicletta dove bevi, mangi, ridi, parli con i compagni, soffri, stringi i denti e pedali fino all’agognato traguardo, senza scendere mai, nemmeno per i bisogni fisiologici.
Il ciclista può essere un passista veloce, uno scalatore, un finisseur o un velocista dallo scatto bruciante e dalla progressione poderosa davanti il traguardo; può essere gregario o asso del pedale; in ogni caso è un atleta, che sicuramente ha faticato e sudato la maglia con dignità e onore. Per questo, anche chi arriverà ultimo al Giro, dopo 3.443 chilometri, sarà un campione. Un’ultima notazione: Scaroni, che ha vinto, mi ricorda Scarponi… Michele Scarponi, detto “l’aquila di Filottrano”, prematuramente scomparso alcuni anni fa a causa di un drammatico incidente stradale mentre si allenava con la sua bicicletta. Purtroppo, il ciclismo è anche questo.Ma voglio concludere con un augurio: ora aspettiamo che vincano altri corridori italiani.
Gianluca Cucchiara
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