AGRIGENTO. Presso l’Hotel Kaos si è svolto questa mattina l’incontro sul tema “La Gestione del Demanio Marittimo, tra Imprenditoria e tutela dell’Ambiente” organizzato da Confcommercio Imprese per l’Italia di Agrigento, FIPE Federazione Italiana Pubblici Esercizi e SIB Sindacato Italiano Balneari.
Al centro dell’incontro il problema delle concessioni demaniali marittime e il futuro del comparto turistico-balneare, compromesso da una serie di cavilli legislativi nazionali e sovranazionali che, come primo effetto, hanno sortito una drastica riduzione degli investimenti in un settore che era il vanto dell’economia turistica italiana, mettendo inoltre a rischio 200.000 posti di lavoro.
Sono intervenuti: Francesco Picarella, presidente Provnciale Confcommercio Agrigento; Dario Pistorio, presidente Regionale Fipe; Ignazio Ragusa, presidente Regionale SIB-Sicilia Sindacato Italiano Balneari; C. F. Filippo Maria Parisi, Comandante Capitaneria di Porto di Porto Empedocle; Giuseppe Maragliano, dirigente U.T.A. Ufficio Territorio Ambiente di Agrigento; Alfonso Cimino, presidente Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento; Antonio Giardina, esperto di Diritto dell’Ambiente e del Demanio.
Le conclusioni sono state affidate a Angelo Biondi, responsabile Provinciale SIB Sindacato Italiano Balneari Agrigento.
L’incontro ha voluto dare impulso ai Comuni rivieraschi per accelerare la redazione dei P.U.D.M. – Piano di Utilizzo delle aree Demaniali Marittime, documento di pianificazione che individua le modalità di utilizzo del litorale marino e ne disciplina gli usi sia per finalità pubbliche, sia per iniziative connesse ad attività di tipo privatistico, regolamentate mediante rilascio di concessioni demaniali marittime. Dal focus sul sistema economico fiscale, normativo e della tutela dell’ambiente del Demanio della Regione Sicilia emerge che il problema delle concessioni demaniali marittime investe 30.000 imprese italiane del settore turistico e rappresenta una delle priorità del comparto. Il futuro del comparto turistico-balneare è compromesso da una serie di cavilli legislativi nazionali e sovranazionali che, come primo effetto, ha sortito una drastica riduzione degli investimenti in un settore che era il vanto dell’economia turistica italiana, mettendo inoltre a rischio 200.000 posti di lavoro. Un bene assolutamente da tutelare dal punto di vista imprenditoriale e ambientale, capace di generare benessere fisico e prosperità economica. Per questo motivo la Confcommercio agrigentina, presieduta da Francesco Picarella, ha voluto chiarire diversi aspetti che investono i concessionari demaniali e per fare in modo che possano districarsi sia nei meandri della legislazione nazionale, regionale e sovranazionale, sia in quelli delle imposte, dei tributi e degli adempimenti che ciascuna impresa turistica è chiamata a rispettare per garantire una corretta utilizzazione del demanio marittimo.