C’è un’idea che resiste nel tempo, come una consuetudine mai davvero messa in discussione: la cultura viene collocata in spazi separati, riconoscibili, spesso distanti dalla vita quotidiana. Eppure il suo vero respiro emerge quando attraversa i luoghi dell’abitudine, quelli in cui le persone passano senza pensarci troppo, immerse nella normalità dei gesti. È ciò che è accaduto al Centro Commerciale Città dei Templi di Agrigento, dove si è conclusa la prima rassegna di presentazioni librarie, trasformando un ambiente familiare in un laboratorio di pensiero condiviso.
Inserire i libri in un centro commerciale significa spostare l’asse dell’esperienza collettiva. La lettura entra nel flusso delle giornate, intercetta famiglie, giovani, anziani, curiosi di passaggio. Tra una vetrina e un caffè, la parola scritta si offre come possibilità inattesa, come pausa riflessiva capace di rallentare il passo e aprire uno spazio interiore. Il centro commerciale assume così la forma di una piazza contemporanea, dove il tempo si dilata e si fa ascolto.
La riuscita dell’iniziativa nasce dalla visione condivisa della direttrice del centro, Elisa Rocca, e del direttore di Agrigento Oggi, Domenico Vecchio. La loro collaborazione ha costruito un asse virtuoso tra impresa, informazione e cultura, dimostrando come l’incontro tra ambiti diversi possa generare valore reale per il territorio. Una scelta che restituisce centralità alle persone, alla loro capacità di fermarsi, dialogare, riflettere, riconoscendosi parte di una comunità pensante.
I libri presentati hanno offerto prospettive differenti, accomunate da una forte relazione con l’identità e la narrazione. Raimondo Moncada, con il suo lavoro dedicato a Pietro Germi e agli anni siciliani del grande regista, ha riportato l’attenzione su una stagione culturale in cui il cinema seppe raccontare l’isola come spazio sociale e umano. Lorenzo Rosso ha guidato il pubblico dentro Vigàta, luogo letterario divenuto patrimonio collettivo, ricostruendo il legame profondo tra Andrea Camilleri, la lingua e i luoghi che hanno alimentato un immaginario condiviso. Andrea Cirino, con Tre minuti, ha offerto una storia di attesa e scelte, concentrata sull’essere umano e sul tempo che separa un gesto dalle sue conseguenze.
In questo contesto, i libri hanno svolto una funzione essenziale: attivare pensiero, creare relazioni, generare domande. Il Centro Commerciale Città dei Templi ha accolto la cultura come parte integrante della propria identità, ampliando la sua funzione sociale. Agrigento, città di memoria e stratificazioni, ha visto così emergere una forma nuova di incontro culturale, capace di affiancare il patrimonio storico a un’esperienza viva, accessibile, contemporanea.
La rassegna ha mostrato come la cultura possa abitare i luoghi del presente trovando una forza nuova proprio nella prossimità con le persone. È in questi spazi condivisi che la parola scritta recupera il suo senso originario: creare comunità. E quando accade, il libro smette di essere solo un oggetto e diventa un gesto civile, un’occasione di pensiero che resta, anche dopo aver oltrepassato le vetrine.










Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
