Quella del primo Ottobre 2025 resterà come una data buia nella coscienza collettiva: la Flottilla della pace, salpata con aiuti umanitari – pane, latte, medicinali – destinati alla popolazione civile di Gaza stremata dall’assedio, è stata intercettata e bloccata dalla marina israeliana in acque internazionali. I volontari pacifisti a bordo, tra cui figure simboliche del movimento ambientalista e per i diritti umani, sono stati detenuti e trasferiti con la forza nei porti israeliani.
Un’azione che molte voci della comunità internazionale considerano una grave violazione del diritto internazionale e della libertà di navigazione, oltre che un atto profondamente ingiusto verso chi cercava soltanto di portare soccorso umanitario.
La vignetta di Sergio Criminisi, artista da sempre sensibile alle grandi questioni civili e umanitarie, racconta con straordinaria potenza questo momento: una colomba della pace, inerme e disarmata, minacciata da un fucile mentre trasporta aiuti.
In queste ore, nelle piazze d’Italia e del mondo, cresce l’indignazione popolare per quella che molti definiscono una delle pagine più oscure della nostra storia recente. Il silenzio non è più possibile: l’arte diventa voce della coscienza collettiva e richiamo alla responsabilità.
Chi ostacola chi porta pane e medicine calpesta i principi fondamentali del diritto e dell’umanità. E chi sceglie di distogliere lo sguardo ne condivide la colpa. Davanti a simili soprusi non servono equidistanze né silenzi: serve il coraggio di dire da che parte stare – quella della pace, della giustizia, dei diritti umani.
E, come ha scritto lo stesso Criminisi a corredo della sua opera, «non serve aggiungere didascalia.»
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